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Banishers: Ghosts of New Eden – Recensione PlayStation 5

Pasquale Aversano 1 anno fa Commenta! 17
 
Banishers
8.4
Banishers: Ghosts of New Eden

Sviluppato da Don’t Nod e pubblicato da Focus Entertainment, Banishers: Ghosts of New Eden è un action gdr in terza persona fortemente votato alla narrazione e con scelte che cambiano drasticamente l’esperienza e lo svolgersi della trama. Noi abbiamo vissuto la cupa avventura di Red e Antea su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!

Contenuti
Banishers: Ghosts of New Eden e i misteri della morte“Vita ai vivi, Morte ai morti”Come essere un buon epuratoreIl peso delle scelteGrafica e sonoroTi potrebbe interessare

Banishers: Ghosts of New Eden e i misteri della morte

Sì, anche se esteticamente e ludicamente si distacca molto dai loro standard, Banishers: Ghosts of New Eden è una creatura di Don’t Nod, i papà di Life is Strange, Jusant e Vampyr. Esordiamo con questa precisazione perché, come in ogni loro opera, incluso il più silenzioso Jusant (qui la nostra recensione) anche Banishers: Ghosts of New Eden è incentrato nel raccontare una storia. Storia che muterà a seguito delle tue scelte.

A conti fatti, in quest’ultima loro opera, c’è molto di Vampyr: le atmosfere, il peso delle scelte e la deriva più action con elementi da gioco di ruolo. Ma c’è anche una storia, considerando che siamo agli inizi del ‘700. E anche qui, il saper trasportare la storia e le sue atmosfere, non è nuovo in casa Don’t Nod grazie a titoli come Gerda: A Flame in Winter (qui la nostra recensione).

Banishers: Ghosts of New Eden recensione

Ma torniamo a Banishers: Ghosts of New Eden e al suo mondo cupo, buio, che per certi versi richiama per impatto estetico gli ultimi God of War e a sua volta anche Hellblade: Senua’s Sacrifice. Siamo nel 1695 in una barca diretti a New Eden. I protagonisti assoluti delle vicende sono due innamorati. Red e Antea. I due, oltre a una ferrea passione, condividono anche il “lavoro”: sono epuratori.

L’epuratore è una sorta di esorcista ma più aggressivo. Parliamo di veri e propri cacciatori di spiriti armati di lama. Loro sono a caccia di maledizioni per epurare, appunto, il mondo e proteggere i vivi dai morti. Come? Semplice: liberando le loro anime e guidandole all’ascesa, sconfiggendo il loro rancore e purificando le terre martoriate e grondanti di sangue e dolore.

Banishers: Ghosts of New Eden recensione

“Vita ai vivi, Morte ai morti”

Banishers: Ghosts of New Eden propone infatti una trama dove la morte e la vita si incontrano di continuo con effetti spesso tragici. Il tono è cupo, l’incedere ha un ritmo non sempre perfetto ma che saprà ancorarti allo schermo. Come? Grazie a Red e Antea. I due epuratori, infatti, si ritroveranno ad affrontare un caso più grande di loro e si ritroveranno divisi seppur vicini.

Tra i due, la maestra, quella con più esperienza, colei che ha ben chiaro qual è il percorso di un epuratore, è Antea. Ebbene, sarà proprio questa a ritrovarsi nel mondo dei morti. Lo stesso mondo per cui ha combattuto assiduamente per tenere intatto il velo che separa l’invisibile dal tangibile. E ora… ora è lei a trovarsi nel mezzo.

Red, d’altro canto, è quello più umano, troppo. Colui che tende a dare un’altra possibilità, che tende la mano. E spetterà proprio a lui decidere le sorti del loro legame partendo da un giuramento. Un giuramento che, te lo garantiamo, sarà messo alla prova più e più volte. Ed è un giuramento nostro. Siamo noi a giurare insieme a Red e siamo noi a dover effettuare scelte su scelte.

Banishers: Ghosts of New Eden recensione

Terremo fede al nostro giuramento? Quale parte prevarrà? I sentimenti? Le leggi che guidano le nostre azioni da epuratore? Quanto sapremo essere fermi sulla nostra strada? Perché Banishers: Ghosts of New Eden saprà mettere alla prova le tue scelte con episodi, personaggi ed eventi inaspettati e che vanno a capovolgere più volte le tue convinzioni.

D’altronde, Banishers: Ghosts of New Eden racchiude in sé tematiche molto forti che oscillano dalla demonologia al cannibalismo, virando a tradimenti, culti, sette, stregonerie e quant’altro. Il tutto per un’atmosfera riuscita, efficace e coinvolgente. Merito di una narrazione che parla tanto di morte quando di amore, riuscendo a rapire fino alla fine.

Banishers: Ghosts of New Eden recensione

Come essere un buon epuratore

Banishers: Ghosts of New Eden è un action adventure in 3D con elementi da gioco di ruolo e fortemente incentrato sulla narrazione con tanto di scelte e finali alternativi. Non mancano forti fasi esplorative con puzzle ambientali abbastanza elementari e ed elementi da raccogliere in un modello basilare di crafting e conseguente upgrade dell’equipaggiamento e non solo.

Ma procediamo con ordine. Prima di tutto, in Banishers: Ghosts of New Eden ti ritroverai a indagare. Cosa? Maledizioni, ovviamente. Persone afflitte da fantasmi che non intendono andar via. Il tuo scopo è capire cosa è successo, raccogliendo indizi tanto sulla vittima viva quanto sull’anima eterea che non accenna a trapassare.

Inutile dire che non sempre chi è ancora vivo è la vittima. Anzi, gli autori sono stati decisamente in gamba e ancora una volta, le loro doti narrative, seppur non sempre originali, sono notevoli e funzionano. Ma torniamo al gameplay. In quanto epuratore, sei dotato di intuizione che ludicamente si traduce con un bagliore arancione dovuto agli anelli dell’epurazione.

Banishers: Ghosts of New Eden recensione

Questo bagliore indica luoghi e oggetti che sono stati marchiati dal passaggio di un fantasma e sta a te localizzarli e analizzarli. In taluni casi, potrai anche dover effettuare un rituale, spendendo alcuni oggetti raccolti in giro. Inizialmente è facile intuire il tipo di rituale da effettuare ma progredendo la situazione si complica e se sbagli rituale, perdi anche i materiali spesi.

Tra questi rituali troviamo rimembranza che aiuta a entrare in sintonia con la memoria sbiadita di un fantasma, svelandone l’eco e permettendoci di vedere stralci del passato (un po’ come le indagini di Batman e non solo). Altro rituale molto interessante è la “manifestazione forzata” utile a evocare il defunto e permettendoci di dialogarci.

Quest’ultimo rituale, però, oltre a evocare fantasmi, può anche evocare gli spettri. Questi sono i cattivi della situazione (con loro non esiste dialogo… senza contare che ci sono anche gli incubi, che sono ancora peggio e dialogano anche) e sono anche i nostri principali avversari sul campo di battaglia (che approfondiremo a breve).

Costringere a manifestare gli spettri è utile per affrontare orde di nemici e purificare i così detti “nidi” (o “attività spettrali” che dir si voglia), luoghi infestati di spettri ma con preziosi tesori ad attenderci.

Banishers: Ghosts of New Eden recensione

Ma come si combatte uno spettro? Prima di tutto, Banishers: Ghosts of New Eden ci offre un indicatore di minaccia per i nemici non visibili: rosso se stiamo per essere attaccati, arancione se un proiettile ci è stato scagliato contro e verde se sta per avvenire una possessione. Una volta localizzato il nemico, è tempo di menar fendenti.

Red è un bi-lama, per la precisione combatte con spada e bastone epuratore. Inizialmente è dotato di attacco rapido e veloce, attacco lento (con possibilità di caricarlo) e più forte, parata, schivata e, quando la rispettiva barra visibile a schermo sotto l’energia vitale si riempie, può anche scatenare una mossa più forte provando ad ascendere brutalmente l’avversario.

Se i primi combattimenti di Banishers: Ghosts of New Eden risultano sciapi, eccessivamente semplici e perfino poco ispirati, col tempo il combat system va a stratificarsi e migliorare. Già con Antea la situazione migliora nettamente sia nei combattimenti che nell’esplorazione.

Banishers: Ghosts of New Eden recensione

Antea, infatti, può prendere possesso del corpo di Red e questo si traduce nel vedere il mondo coi suoi occhi da fantasma. In termini ludici, oltre a un cambio di colori, ecco apparire segnali prima invisibili, cerchi fumosi e lucenti da allineare per effettuare balzi giganti (abilità che si sblocca col tempo) e perfino le tele spettrali.

Questi fili verdognoli luminescenti possono essere visti e tolti unicamente da Antea e di solito celano oggetti extra o utili a proseguire nelle indagini. Se ti stai chiedendo se devi switchare continuamente da red ad Antea per non perderti niente, la risposta è no. In modo simile all’intuizione, Red si ritroverà ad avere un’aura blu che indica la presenza di elementi spettrali nascosti.

Banishers: Ghosts of New Eden recensione

Come anticipato, però, Antea è utilissima anche in battaglia. Prima di tutto, lei è un fantasma e in quanto tale non ha una barra vitale. Inoltre, tira dei pugni niente male riuscendo a creare danni extra ai cadaveri posseduti. Purtroppo, ogni pugno inferto e ogni colpo ricevuto, porta la barra spirituale di Antea a esaurirsi e quando finisce, Antea cede il posto a Red.

Per ottenere nuovi punti spirito, basta colpire i nemici con Red. Inutile dire che anche in battaglia, Red e Antea possono essere switchati a nostro piacimento sempre se Antea ha abbastanza barra spirituale. Padroneggiare entrambi i combattenti è essenziale per sfruttare appieno le debolezze del nemico e per permettere a Red di restare in vita pena il game over.

A tal proposito, Red è dotato anche di alcuni decotti, ossia delle cure, che possono essere potenziate sia di numero che per efficacia. Tali cure, si ricaricano automaticamente una volta riposato. Dove si riposa? Semplice: ai rifugi… che a conti fatti son quasi sempre dei falò. No, nonostante le apparenze, Banishers: Ghosts of New Eden non è assolutamente un soulslike anche se difendere e schivare sono due pratiche che dovresti apprendere abbastanza velocemente.

Banishers: Ghosts of New Eden recensione

Tornando ai falò, qui potrai eseguire diverse azioni. La prima, riposare, permette di far passare il tempo e di curare Red, oltre a ricaricare i già citati decotti. Riposare comporta però anche la ricomparsa dei nemici così come il ripristino delle risorse di creazione raccolte.

Sempre ai rifugi, puoi migliorare la tua attrezzatura attraverso l’inventario e il conseguente impiego di risorse. Queste migliorie, comportano diversi bonus alle statistiche base e ogni equipaggiamento ha un suo livello di miglioramento. Più è alto il livello, più materiali preziosi saranno richiesti.

Ed è ancora al rifugio che potrai accedere al viaggio rapido che, oltre a fungere da “riposo” con tutti i relativi effetti, ti permette di spostarsi da un rifugio all’altro (ovviamente quelli già visitati).

Infine, c’è l’opzione “evoluzione” che permette di potenziare i nostri due protagonisti. Ognuno di loro ha una serie di abilità sbloccabili in un sistema di scelta a rami unilaterale (o uno o l’altro).

Banishers: Ghosts of New Eden recensione

Il sistema di personalizzazione e potenziamento, per quanto semplice e intuitivo, è comunque funzionale e si sposa bene con un sistema di combattimento che, come detto, va a migliorare gradualmente. Questo non solo grazie alle nuove abilità dei protagonisti ma soprattutto per i nemici che vanno man mano ad aggiungersi.

Oltre agli spettri, infatti, non mancano cadaveri redivivi. In particolare, sono corpi posseduti da spettri e che, infatti, con l’abbattimento del corpo fisico, si liberano.

Il nostro compito è quindi uccidere prima il corpo e successivamente anche lo spettro. E sì, la possessione, se presa in tempo, può essere fermata (basta eliminare o fermare lo spettro prima che entri in un corpo).

Banishers: Ghosts of New Eden recensione

Il peso delle scelte

Come più volte detto in questa recensione, Banishers: Ghosts of New Eden è prima di tutto un gioco narrativo. Sì, si combatte, si raccolgono risorse, si fanno investigazioni soprannaturali, ma è la storia il vero cardine e punto di forza dell’intero titolo.

Non per niente i casi di infestazione, ossia le fasi di investigazione, sono ciò che coinvolge più di tutto. E il peso maggiore lo ha la parte finale di ogni caso, quello dove bisogna decidere cosa fare se accusare i vivi, sacrificandoli e ritenendoli colpevoli o se intervenire sulle anime.

E in tal caso, come procedere: con l’ascensione e quindi concedendogli la serenità oppure epurandolo e quindi condannandolo alla sofferenza eterna?

La risoluzione di ogni caso comporta delle inevitabili conseguenze, soprattutto nel rapporto di coppia tra Red e Antea e il loro futuro. Futuro che andrà a dipanarsi in una serie di episodi che ci vedrà impegnati anche e soprattutto ad esplorare.

Banishers: Ghosts of New Eden recensione

E parlando di esplorazione, questa deve molto ai moderni God of War. Le aree, infatti, sono una serie di percorsi lineari che si diramano, intrecciano, sviluppandosi anche in verticale e alternati da piccoli spiazzi dove ci attendono gli inevitabili combattimenti. Nulla d’innovativo ma il tutto non stanca (anche se non mancano momenti più compassati) e funziona discretamente bene.

Inoltre, il nostro Red si arrampica, sguscia tra i muri, compie balzi, srotola corde (dopo averla raccolta) e quant’altro. Insomma, è un novello Drake con tanto di fucile che ben presto va a unirsi all’equipaggiamento per dar vita a un’esperienza decisamente variegata, sfaccettata, forse con alcuni elementi un po’ superficiali ma sicuramente dall’impatto forte.

Banishers Ghosts of New Eden

Grafica e sonoro

Graficamente parlando, Banishers: Ghosts of New Eden non è così male. Se è vero che non tutto è dettagliato, l’impatto generale e soprattutto l’atmosfera macabra, cupa e malata sono ben riusciti. I boschi, i paesaggi, il mare ghiacciato, si uniscono a creare un mondo dove è tangibile l’intervento dell’invisibile.

Anche i volti dei soggetti, in primis Red e Antea, sono molto ben realizzati. L’espressioni, il dolore, l’amore, tutti perfettamente tradotti anche con un solo sguardo. Provare empatia con loro non è così difficile, anzi.

Buoni anche i dialoghi, merito soprattutto di un ottimo doppiaggio in inglese con attori ben azzeccati. Positive le animazioni, tutte perfettamente credibili. Da segnalare qualche lieve rallentamento soprattutto nelle città.

Banishers: Ghosts of New Eden

Il sonoro è complice di tutto, dando vita a un’atmosfera macabra e coinvolgente. Il ritmo sonoro è lento, martellante, inquietante. Gli effetti audio sono dosati bene, in modo intelligente. Sanno creare ansia. Sanno dar vita a un senso di irrequietezza crescente ed efficace.

Da segnalare la gradita (e non scontata) presenza dei sottotitoli in lingua italiana, ottimi per vivere al meglio e pienamente, la trama di Banishers: Ghosts of New Eden. Trama costellata di lore e documenti da raccogliere, approfondire e conservare. PercHé sì, il titolo non è orfano di collezionabili intriganti e utili anche per conquistare l’ambito trofeo di platino.

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Banishers
Banishers: Ghosts of New Eden
8.4
Grafica 8
Sonoro 9
Longevità 8.5
Gameplay 8
Aspetti positivi Atmosfera perfettamente riuscita Red e Antea sono ottimi protagonisti Narrativamente molto valido I casi investigativi sono intriganti Gameplay vario e coinvolgente
Aspetti negativi Ingrana lentamente Chi cerca un action puro potrebbe restarne deluso Poteva osare ancora di più
Considerazioni finali
Banishers: Ghosts of New Eden è un ibrido interessante. Prima di tutto, l’opera dei Don’t Nod racconta una storia è lo fa con stile, regalando un cast molto potente e offrendo una vasta gamma di casi paranormali che sapranno affascinare e coinvolgere fino ai titoli di coda. Il peso delle scelte è tangibile così come lo sono i sentimenti di Red e Antea. La coppia funziona tanto nella trama quanto nel combattimento. Quest’ultimo ingrana lentamente (forse troppo) ma riesce a regalare piacevoli soddisfazioni seppur sia lontano dai capisaldi del genere. Discorso analogo per l’esplorazione, varia, vasta, gradevole ma poco innovativa. Si tratta comunque di un titolo solido, vasto, dalla forte identità e che sa lasciare il segno. Dategli una possibilità, lo merita.

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