Ubisoft avrebbe interrotto lo sviluppo di un nuovo capitolo della saga di Assassin’s Creed, un progetto ancora segreto che avrebbe dovuto raccontare uno dei periodi più delicati della storia statunitense: la Ricostruzione successiva alla Guerra Civile. Secondo un’inchiesta pubblicata da Game File e confermata da diverse fonti interne, il gioco è stato cancellato nell’estate del 2024, quando la casa francese avrebbe deciso di non portare avanti un’idea giudicata “troppo politica per l’attuale contesto americano”.

Assassin’s Creed- Un progetto cancellato per evitare controversie
L’ambientazione avrebbe catapultato i giocatori in un’America ferita e divisa, tra il 1860 e il 1870, nei panni di un ex schiavo che, dopo aver cercato libertà e riscatto spostandosi verso Ovest, sarebbe stato reclutato dalla Confraternita degli Assassini e costretto a tornare nel Sud per combattere l’emergente Ku Klux Klan. Una trama intensa, costruita intorno al tema della giustizia, della memoria e del potere, e destinata a intrecciarsi con riflessioni sulle tensioni razziali e sociali del Paese, passate e presenti.
Il progetto, conosciuto internamente con il nome in codice Project Scarlet, era in sviluppo presso Ubisoft Québec, sotto la direzione di Scott Philips, già responsabile di Assassin’s Creed Odyssey e Syndicate. Sebbene fosse ancora in una fase concettuale, le prime idee avevano suscitato grande entusiasmo all’interno del team, che ne vedeva il potenziale come uno dei capitoli più maturi e coraggiosi dell’intera serie.

Tuttavia, le reazioni polarizzate seguite alla presentazione di Assassin’s Creed Shadows — e in particolare alla scelta di Yasuke, samurai nero realmente esistito, come co-protagonista — avrebbero spinto Ubisoft a rivedere le proprie priorità. Secondo diverse fonti, la dirigenza di Parigi avrebbe giudicato rischioso affrontare un tema così sensibile in un momento di forte instabilità politica negli Stati Uniti, temendo ripercussioni sull’immagine del marchio e sull’accoglienza del pubblico.
Un ex membro del team ha dichiarato a Game File di essere rimasto “profondamente deluso, ma non sorpreso” dalla decisione, definendola l’ennesima prova della riluttanza dell’azienda ad assumersi rischi creativi o politici. “Ubisoft preferisce mantenere lo status quo, evitare lo scontro e non esporsi”, avrebbe commentato la fonte, esprimendo il rammarico per un’occasione mancata di raccontare una storia potente e ancora attuale.
L’ironia è che Assassin’s Creed non è nuovo a scenari politicamente delicati. Dal Vaticano del Rinascimento ai conflitti coloniali, la serie ha sempre intrecciato eventi storici e riflessioni morali, toccando temi di fede, libertà e rivoluzione. Nel 2013, lo spin-off Freedom Cry aveva già messo il giocatore nei panni di Adéwalé, un ex schiavo impegnato a smantellare la tratta nel XVIII secolo, ricevendo elogi per la sua forza tematica.

Questa volta, però, l’equilibrio tra ambizione narrativa e contesto geopolitico sembra essersi rotto. Le fonti citate da Game File sostengono che Project Scarlet difficilmente verrà mai ripreso, almeno non nell’immediato, nonostante fosse inizialmente previsto come il principale capitolo RPG della serie per l’anno fiscale 2028.
Nel frattempo, Ubisoft guarda avanti con Assassin’s Creed Shadows, che segna il debutto tanto atteso del franchise nel Giappone feudale, e con altri progetti paralleli in sviluppo, tra cui uno dedicato alle streghe e il remake di Black Flag. Ma la cancellazione di un capitolo così audace lascia un vuoto, un segno di quanto anche un colosso come Ubisoft in questo momento non ha una certa stabilità sul fronte produttivo delle sue proprietà intelletuali.