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Afterlife VR, la nostra recensione

Stefano Greppi 6 anni fa Commenta! 7
 

Non è raro vedere dei film emotivamente toccanti, in cui l’empatia con i personaggi è ottenuta anche grazie alla modalità delle riprese, ma cosa succederebbe se fossimo noi stessi i registi di quello che accade in una storia?

Contenuti
StoriaGameplayRigiocabilitàExtraConclusioneTi potrebbe interessare

Signal Space Lab ha voluto darci, esattamente, questa opportunità quando ha realizzato Afterlife, un’esperienza disponibile solo per VR.

Sarà nostro compito, infatti, seguire la storia che avviene letteralmente attorno a noi, mentre compiamo delle scelte, sia consapevolmente che inconsciamente, ma su questo aspetto  torneremo più tardi.

Storia

Dopo il verificarsi di un evento tragico che vede la scomparsa di un membro della famiglia Doust, il resto del gruppo familiare deve cercare di andare avanti e far fronte alla vita di tutti i giorni senza lasciarsi abbattere.

Nello specifico, il gioco ci dà la possibilità di vedere come ogni membro affronta questo lutto, da chi cerca di farsene una ragione, a chi aggiunge ancora, un piatto a tavola per il defunto.

E’ in questi frangenti che la possibilità di usufruire del visore rende il tutto più credibile e realistico, dandoci la possibilità di seguire i comportamenti della famiglia in maniera del tutto libera, permettendoci di prestare attenzione a un dato membro del gruppo familiare,senza bisogno di artifici tecnici tipici della filmografia, quali lo stacco su un dato personaggio.

Proprio a causa di questa peculiare caratteristica, i primi momenti del gioco tendono a mettere a disagio il giocatore, il quale si sente effettivamente presente in casa della famiglia Doust, e ne vede i drammi e i momenti di affetto, facendolo sentire di troppo: la classica sensazione di disagio che si prova quando si è ospiti a casa di qualcuno e scoppia un litigio tra i padroni di casa.

Per fortuna, la sensazione tende a sparire con il progredire delle vicende della famiglia, lasciandoci liberi di goderci la storia.

Afterlife
Qualcuno si sente di troppo?

Gameplay

Se è vero che la struttura di base del gioco è quella di un film a 360° gradi, come quelli che è possibile reperire anche su piattaforme video, bisogna, però, sottolineare l’interattività che Afterlife offre.

Durante alcuni momenti, infatti, il gioco verrà messo in pausa e compariranno a schermo varie opzioni che ci permetteranno di compiere delle scelte al posto dei personaggi, quasi come quelli visti in film interattivi quali Bandersnatch, della serie di Black Mirror.

Una volta puntato il controller o spostato lo stick nella direzione della scelta che vorremo prendere e premuto il pulsante di interazione, verrà effettuata la scelta e la trama seguirà quello che abbiamo selezionato.

La vera novità in questo genere di esperienza sta però nelle scelte che vengono compiute inconsciamente dal giocatore.

Durante lo svolgersi degli eventi, infatti, il giocatore farà accadere un certo avvenimento, piuttosto che un altro, in base al personaggio o alla situazione che sceglierà di tenere sotto controllo.

Afterlife mette il giocatore nei panni del regista di un film, identificando la sua visuale come la macchina da presa, per cui gli avvenimenti interessanti accadranno, per la maggior parte, all’interno del nostro campo visivo, facendo diventare protagonista il personaggio che di volta in volta staremo seguendo.

Questa è una meccanica interessante che aggiunge un fattore sorpresa non indifferente, nel caso in cui si effettuino più playtrough.

Alla fine di ogni capitolo, verrà visualizzata una schermata in cui vedremo le varie diramazioni che gli eventi avrebbero potuto prendere, similmente agli schemi visti in Detroit: Become Human.

Riguardo a questo schema, la scelta di rendere visibili anche le scelte che non si sono percorse, risulta quantomai strana per un titolo che dovrebbe puntare a offrire più rigiocabilità possibile vista la scarsa durata.  Sarebbe quindi, stata apprezzabile la possibilità di occultare nello schema ciò che ancora non si è visto, in modo da non rovinarne la sorpresa in un playtrough successivo.

Rigiocabilità

Afterlife è un’esperienza cinematografica basata sulle scelte del giocatore, l’impiego di attori reali ha sicuramente ridotto il numero di scelte disponibili che, comunque, risultano essere in numero sufficiente per invogliare a rigiocare il titolo più volte.

Esistono anche diversi finali, da quelli totalmente negativi, a quelli estremamente felici, e starà a te trovarli tutti.

Come sottolineato sopra, ti consigliamo di non prestare troppa attenzione allo schema posto al termine di ogni capitolo, per non rovinarti la possibilità di rigiocare il titolo.

Sarebbe risultata gradita anche la possibilità di selezionare il capitolo da giocare, per non costringere il giocatore a rivedere la storia sin dall’ inizio, come magari si sarebbe potuta dare la possibilità di saltare la lunga introduzione del primo capitolo, una volta completata almeno una partita.

Extra

Menzione speciale va fatta per gli attori, poiché ogni personaggio è impersonato da un attore reale, con una recitazione in lingua inglese, al momento unica possibilità, discreta e credibile, che riesce a generare empatia verso i personaggi, permettendo di godersi appieno la trama.

Conclusione

Afterlife VR è un titolo che al netto di una storia breve ma coinvolgente, ricicla un gameplay classico dei giochi dallo stampo narrativo, ma lo coniuga egregiamente su un’esperienza per la realtà virtuale.

Il sistema di scelte risulta soddisfacente e in parte innovativo grazie alla meccanica delle scelte inconsce, che supportate da una buona recitazione dei protagonisti e una trama interessante, hanno saputo convincerci.

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