Sviluppato e pubblicato da Valhalla Cats in sinergia con IndieArk, Stars in the Trash è un’avventura narrativa in 2D fortemente evocativa e nostalgica che richiama i cartoni animati e i videogiochi del medesimo genere degli anni ‘80 e inizio ‘90. Il tutto offrendo un’avventura breve ma carica di sentimento e con una discreta varietà di situazioni da piccoli enigmi ambientali a fugaci combattimenti. Noi abbiamo impersonato il gattino Moka su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Stars in the Trash per chi ama gli animali e non solo
La narrazione di Stars in the Trash è l’elemento cruciale, il nucleo pulsante che ci spingerà ad arrivare velocemente ai titoli di coda vivendo una piccola magia, una lettera d’amore al mondo degli animali e in particolare a quelli domestici. Legami che chiunque li vive o li ha vissuti nel presente, riconoscerà con una certa potenza. A ciò, si somma l’altrettanto potente potere evocativo e nostalgico legato alla scelta stilistica del gioco.
Stars in the Trash è come un cartone animato degli anni ‘80 e ‘90, richiamando in modo diretto e spesso inserendoli proprio negli schermi stesso del titolo, opere del calibro di “Red e Toby nemiciamici” o “Charlie – anche i cani vanno in paradiso”. Volendo andare ancor più indietro nel tempo, ci sono ovvi richiami anche con “Lilli e il vagabondo” e tanti altri titoli animati aventi come protagonisti i nostri amici animali. Stars in the Trash segue quindi un po’ le orme di questi classici ma riesce a raccontare una sua storia che colpisce nel segno regalando sincere emozioni.

Procedendo con ordine, il protagonista delle vicende è un gatto domestico di nome Moka che vive e regna in una casa in compagnia di un cane in carrozzina. Il buon Moka passa i primi attimi del gioco a scorrazzare in giro per la casa non avendo alcuna pietà del mobilio che anzi si mostra già nativamente devastato dalla convivenza dei due animali. Ma il nostro felino sembra guardare oltre, per l’esattezza, sembra essere attratto dall’esterno.
Più e più volte, infatti, tenterà la fuga, venendo però intercettato e riportato all’ordine dall’amico canino. Ma un giorno… entrambi gli animali azzardano il grande passo, affrontando l’esterno e ritrovandosi così in un’avventura insolita. Purtroppo, il titolo decide di focalizzarsi unicamente su Moka, non permettendoci di scoprire le vicende del cane fino a un certo punto. Nei panni di Moka, ci ritroveremo comunque a vivere una serie di vicende, tra cliché e momenti più emotivi e inediti, che passano dall’analisi fugace degli animali di strada e al loro abbandono fino a spiragli di amore e amicizia.
Non volendo andare oltre, onde evitare spoiler, segnaliamo anche la presenza di diverse nemesi. Dal prevedibile “acchiappa animali” fino ai roditori da menare a suon di zampate. Ogni elemento va a dar vita a un vero e proprio cartone animato interattivo il cui punto debole è riscontrabile nella sua brevità. Chi ha esperienza e non è solito soffermarsi sui dettagli, potrà completare il titolo in poco più di un’ora.

Un’avventura semplice e accessibile
Stars in the Trash è un’avventura narrativa in terza persona 2D. Al comando del gattino, potremo scorrazzare in scenari bidimensionali interagendo con particolari oggetti in modi limitati. Potremo premere pulsanti a colpi di zampa o raccogliere oggetti con la bocca per trasportarli nel luogo opportuno. Entrambe le azioni, unite a sporadiche fasi platform, ci serviranno per risolvere rompicapo ambientali elementali e molto accessibili.
Ad alternare le vicende, troveremo anche fasi stealth di breve durata dove strisciare o sfruttare coperture d’occorrenza e anche dei veri e propri combattimenti. Queste ultime fasi, praticamente accessorie, ci vedono menar zampate contro il nemico senza troppi convenevoli. A tal proposito, come probabilmente avrai intuito, il livello di difficoltà è tarato verso il basso e in fondo va bene così, considerando lo scopo principale del titolo che è raccontare una storia e regalare emozioni.
A provare ad allungare la breve longevità e a incitare gli utenti ad esplorare le comunque limitate aree di gioco, ci sono i collezionabili. Questi sono numerosi e di vario genere, dai maneki neko da attivare a suon di zampate a piccole palline rosse con cui giocare finché non si sgonfiano, passando per tappeti di cartone su cui affilare unghie o giacigli in cui schiacciare un pisolino. Questi collezionabili sono sparsi un po’ ovunque e servono prevalentemente per chi ama completare i titoli al 100% senza offrire concreti vantaggi ludici o narrativi.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Stars in the Trash offre uno stile cartoonesco anni ‘80 e ‘90 di alto livello. In certe occasioni sembra veramente di vivere un cartone animato interattivo. Le animazioni, salvo qualche sporadica eccezione, sono fluide, coese e belle da vedere. Il gatto e gli altri animali sono credibili e riescono a offrire il dovuto boost emotivo. Anche gli scenari sono ben realizzati con una dose di dettagli elevata e una discreta variazione. Insomma, la magia dei cartoni di riferimento è presente e funziona.
E se funziona, il merito è anche del sonoro, perfettamente in linea e coerente con quanto visivamente proposto. Buona anche la varietà di sonorità, mai ridondanti o eccessivamente blande. Da segnalare l’assenza della lingua italiana anche se non c’è praticamente nessuna scritta, essendo una storia muta, fatta di immagini e quindi accessibile a chiunque. Infine, Stars in the Trash si difende bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo anche se quella portatile ti regala un vero e proprio cartone animato portatile.
