Il ritorno di Tomb Raider in versione remake è stato uno degli annunci più commentati ai Game Awards, soprattutto per una promessa chiara: qualità grafica elevata e rispetto totale dell’identità originale del 1996. Il progetto, conosciuto come Tomb Raider: Legacy of Atlantis, punta a riportare Lara Croft alle origini senza limitarsi a una semplice operazione nostalgia.
Non si parla di una rimasterizzazione con texture più pulite. Qui l’obiettivo è ricostruire uno dei giochi più importanti della storia videoludica usando tecnologie moderne, mantenendo intatto il cuore dell’esperienza.
Il Tomb Raider del 1996 torna in una nuova forma
Il primo Tomb Raider uscì nel 1996 su PlayStation e PC, definendo uno standard per l’avventura in terza persona. Livelli complessi, esplorazione, enigmi ambientali e una protagonista destinata a diventare un’icona.
Tomb Raider: Legacy of Atlantis nasce con l’intento di aggiornare quel capitolo storico per PS5 e Xbox Series X, offrendo un’esperienza pensata per l’hardware attuale. Ambientazioni ricostruite, illuminazione moderna e una resa visiva che mira a colmare il divario tra il passato e le produzioni contemporanee.
Durante un evento di presentazione anticipato, alcune prime impressioni hanno sottolineato come il gioco riesca a trasmettere la stessa “sensazione” dell’originale, pur mostrando un impatto tecnico completamente rinnovato.
Un remake con ambizioni tecniche elevate
Uno degli aspetti più interessanti riguarda il team di sviluppo. Il progetto non è seguito solo da Crystal Dynamics, storico nome legato al franchise, ma anche da Flying Wild Hog, studio polacco noto per titoli come Shadow Warrior, Evil West e Trek to Yomi.
Questa collaborazione suggerisce un approccio ambizioso. Flying Wild Hog ha dimostrato di saper gestire sistemi di combattimento solidi e direzioni artistiche marcate. Crystal Dynamics, dal canto suo, porta l’esperienza maturata con la trilogia reboot di Tomb Raider, apprezzata per qualità visiva e costruzione delle ambientazioni.
Il risultato atteso è un remake che non solo rispetta l’originale, ma lo reinterpreta con una cura tecnica di alto livello.
Atmosfera classica, struttura moderna

Uno dei timori principali dei fan riguarda la perdita dell’anima originale. Legacy of Atlantis sembra invece voler preservare l’atmosfera del Tomb Raider del 1996, fatta di solitudine, esplorazione lenta e ambienti carichi di mistero.
Le ambientazioni iconiche vengono ricostruite con maggiore profondità visiva, mantenendo però il design dei livelli che ha reso celebre il gioco. Niente open world dispersivo, ma aree strutturate, enigmi ambientali e un ritmo che premia l’osservazione.
L’idea è quella di offrire un’esperienza accessibile anche ai nuovi giocatori, senza snaturare ciò che ha reso Tomb Raider un punto fermo del genere.
Lara Croft tra fedeltà e rinnovamento
Lara Croft resta al centro del progetto. Il suo design viene aggiornato per adattarsi agli standard attuali, ma senza avvicinarsi troppo alle versioni moderne viste nei reboot più recenti.
Il remake punta a una Lara più vicina all’archetipo originale: sicura di sé, esploratrice pura, protagonista di un’avventura che mette al centro le rovine, i templi e il senso di scoperta.
Anche le animazioni e il movimento del personaggio sono stati rivisti per risultare più fluidi, pur cercando di mantenere una certa rigidità controllata che caratterizzava il gameplay storico.
Un confronto inevitabile con le remaster recenti

Negli ultimi anni abbiamo visto diverse operazioni legate al brand Tomb Raider, incluse le remaster delle trilogie più recenti. Legacy of Atlantis si colloca su un piano diverso.
Qui non si tratta di migliorare ciò che già esisteva, ma di ricostruire da zero un’esperienza del passato. Questo permette di colmare il divario tecnico tra il Tomb Raider originale e i capitoli moderni, offrendo un punto di incontro tra vecchi fan e nuovi giocatori.
Il rischio è alto, perché il confronto con la memoria storica dei giocatori è inevitabile. Allo stesso tempo, il potenziale è enorme.
Trailer e prime impressioni
Il primo trailer mostrato mette in evidenza una resa grafica curata, con particolare attenzione a illuminazione, superfici e profondità degli ambienti. Le rovine appaiono più vive, le ombre più realistiche e l’atmosfera complessiva richiama il senso di isolamento tipico della serie.
Non sono stati mostrati lunghi segmenti di gameplay, ma quanto basta per suggerire un progetto solido, ancora in fase di rifinitura.
Data di uscita e aspettative
Al momento non esiste una data precisa. Tomb Raider: Legacy of Atlantis è atteso nel 2026, con un’anteprima prevista nel corso dell’anno. Le piattaforme confermate sono PS5 e Xbox Series X, con ulteriori dettagli che verranno comunicati nei prossimi mesi.
Il progetto ha tutte le carte in regola per diventare una delle uscite più interessanti del panorama action-adventure, soprattutto per chi ha vissuto l’epoca PS1.
Un ritorno che pesa

Riprendere il Tomb Raider del 1996 non è una scelta leggera. Quel gioco ha segnato un’epoca e ha contribuito a definire l’identità dell’intero medium.
Legacy of Atlantis tenta una strada difficile: rispettare il passato senza restarne prigioniero. Se l’equilibrio verrà raggiunto, il remake potrà diventare un nuovo punto di riferimento per il franchise.
Seguici su Instagram per restare aggiornato