Sviluppato e pubblicato da NipoBox in sinergia con Eastasiasoft Limited, Bomb Kitten è un puzzle game in 2D con visuale dall’alto che rievoca, riprende e in minima parte prova a rielaborare, quanto fatto da Bomberman in passato, recuperando praticamente le stesse meccaniche ma dando forma a una serie di rompicapi da risolvere. Noi abbiamo vestito i panni del silenzioso gatto nero bombarolo su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Bomb Kitten guarda a Bomberman ma senza identità
Come successo con Kotenok, di cui puoi recuperare la nostra recensione, anche in quest’ultima opera nata anch’essa da NipoBox ed Eastasiasoft, il primo impatto con Bomb Kitten è amaro. Il motivo è una copertina del titolo inspiegabilmente “estranea” al gioco stesso e realizzata con il supporto dell’intelligenza artificiale di cui si notano alcuni artifizi. Inoltre, sempre in paragone con Kotenok, anche qui si tratta di una scelta stilistica disomogenea ed errata che restituisce un immaginario non conforme al gioco in sé.
Il motivo è semplice: Bomb Kitten è un titolo realizzato in pixel art, molto rudimentale e basica, che rievoca, tra l’altro, Bomberman. Tutto ciò, dalla copertina scelta, non traspare minimamente. Senza contare che si parla di un protagonista dotato di mantella rossa, visibile in gioco e nella descrizione stessa ma la copertina presenta un gatto privo di mantello ma con una tuta rossa in stile Super Mario.

Volendo però tralasciare l’osservazione della copertina, anche sul versante narrativo ci troviamo in un’opera che non ha nulla da raccontare semplicemente perché non vuole raccontare niente. Si tratta di un titolo incentrato unicamente nella risoluzione di particolari rompicapi monotematici che, nello specifico, recuperano e semplificano la formula perfezionata di Bomberman. Ci ritroviamo così ad affrontare una sequela lineare di 50 livelli, tutti molto veloci e privi di mordente e dalla durata complessiva molto bassa.
Il protagonista non dice una parola e la sua caratterizzazione è abbastanza anonima. Anche i nemici sono pochi e monotematici, mutando al mutare del bioma. Ogni bioma sono dieci sfide. Andiamo dalle lumache che saltellano avanti e indietro a stravaganti mostriciattoli che ci lanciano oggetti letali contro. Tutto qui. Oltre un vago sentore di Bomberman, con tanto di nostalgia annessa, Bomb Kitten non riesce a donare altro in termini di lore o narrazione. Andiamo quindi a scoprire subito come si gioca nei panni di un gatto bombarolo che no, a differenza di Exploding Kitties, è privo anche di umorismo.

Più rudimentale di Bomberman
Bomb Kitten è un puzzle game in 2D che, come abbiamo ormai ripetuto fin troppo, recupera da Bomberman l’intero impianto ludico spezzandolo in chiave meramente da rompicapo. Tradotto, ci ritroveremo ad affrontare cinquanta sfide dove, sfruttando il gameplay del bombarolo più famoso del mondo dei videogiochi, dovremo partire da un punto A e raggiungere un punto B. Tutto qui. La sfida del titolo va ovviamente a complicarsi aumentando numero di nemici su schermo e riducendo i nostri spazi di manovra ma ammettiamo che raramente ci siamo trovati in difficoltà.
Sì, se muori ricominci dall’inizio ma la “noia” è più dovuta alle meccaniche stesse che al livello di sfida. Il titolo ci vede ai comandi di un piccolo gattino nero che si muove in scenari che non sono altro che griglie infarcite di muri infrangibili e altri invece, facilmente individuabili, che sono ostacoli demolibili a suon di bombe. Il posizionamento delle bombe è uguale a Bomberman, con un tasto piazzi la dinamite e corri via cercando di evitare di farti autoesplodere. Pochi secondi e la bomba esplode facendo saltare in aria pareti ed eventuali nemici.

Il titolo ci offre una bomba abbastanza facile da manovrare e che crea danno a un solo tassello di distanza ravvicinata e quindi è abbastanza semplice evitare di farsi saltare in aria da soli. Bisogna però tener conto che i nemici possono camminare “sopra” le bombe e quindi, a differenza dell’IP Konami, non potremo bloccarli contro pareti o altro. Essenzialmente, il titolo è tutto qui, orfano dell’originalità di Bomberman e ridotto ancora più all’osso dalla necessità di diventare un puzzle game dove tocca decidere che percorsi “creare” per evitare quanti più ostacoli possibili.
A impreziosire scarsamente il tutto, ci sono degli oggetti opzionali che possiamo decidere di raggiungere e raccogliere ma questi non offrono nulla al gioco, limitandosi a offrire un mini boost pensato per i completisti. Purtroppo, come detto, Bomb Kitten è privo di mordente e originalità e l’eccessivo riciclaggio sia ludico che estetico, unito a un gameplay di base abbastanza lento e ripetitivo, non aiuta la permanenza sul titolo.

Grafica e sonoro
Tralasciando la già approfondita questione sulla copertina del titolo, Bomb Kitten non riesce a spiccare graficamente, limitandosi al minimo essenziale con animazioni povere e un’estetica anonima e priva d’identità. Il leve design urla “Bomberman” ma manca del piglio creativo e anche l’effetto nostalgico iniziale viene velocemente smorzato una volta alle prese col gameplay fin troppo semplificato e “piatto”. Carina la differenza cromatica dei biomi ma è davvero poco per un titolo che fatica a lasciare il segno.
Discorso analogo per il sonoro, abbastanza ciclico e poco ispirato. Da segnalare, invece, che il titolo non mostra problemi tecnici, prestandosi bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo anche se è quella portatile dove dona il meglio di sé. Infine, il gioco è totalmente orfano della lingua italiana ma non c’è praticamente nulla da leggere.
