Escape Simulator 2, il successore del noto Escape Simulator, è arrivato sui nostri schermi. Quando Escape Simulator è arrivato sul mercato nel 2021, ha catturato un pubblico di appassionati di enigmi offrendo una trasposizione fedele e accessibile dell’esperienza di “escape room”. Ma ora Pine Studio è tornato alla carica con un sequel che non si accontenta di aggiungere contenuti, ma che sceglie di evolvere, diventando più profondo, più oscuro e decisamente più ingegnoso del suo predecessore.

Escape Simulator 2, un titolo innovativo e coinvolgente
Chiariamolo subito il campo: se cercate una narrativa profonda, personaggi con cui empatizzare o filmati ad alto budget, avete sbagliato gioco. Come nel suo predecessore, la “trama” in Escape Simulator 2 non è di certo centrale.
Non c’è un filo conduttore che lega le diverse avventure, se non la nostra innata voglia di aprire porte chiuse. Il gioco ci “catapulta” letteralmente all’interno di scenari suggestivi e ci dice una cosa sola: “esci”. La vera narrativa è quella ambientale. È la sensazione di oppressione che si prova nei corridoi del Castello di Dracula, l’ansia high-tech della nave spaziale Starship EOS, o l’odore di salsedine e legno marcio che si respira sul vascello pirata de “Il Tesoro Maledetto”.
Al lancio, il gioco offre 12 stanze ufficiali, suddivise in questi tre pacchetti tematici. La storia, quindi, la scriviamo noi: è la storia del nostro ingegno contro quello dei game designer, bisogna solo capire se saremo abbastanza astuti e intelligenti da riuscire a uscire.

Un gameplay di alta qualità
Nel gameplay Escape Simulator 2 compie il suo salto di qualità più evidente. La prima sensazione che si prova entrando in una nuova stanza è quasi sempre la stessa: un senso di smarrimento. Ci si guarda intorno, si nota un tavolo, una libreria, una cassa… e il timer nell’angolo che inizia a scendere (ma che, per fortuna, può essere disattivato per un’esperienza più rilassata).
La tentazione iniziale è quella di cliccare freneticamente su ogni oggetto, sperando che qualcosa accada. È l’approccio sbagliato. Questo non è un “punta e clicca” come tanti altri; è un simulatore. La chiave è rallentare. Bisogna osservare, porsi domande. Perché quel libro ha un colore diverso? Perché questa statua ha uno slot sulla schiena? Cosa significa il codice inciso sul muro?
L’interattività è alle stelle. Si tratta di un’esperienza estremamente interattiva. Ogni oggetto può essere raccolto, ruotato, esaminato da vicino. Si possono trascinare casse, usare una pala per scavare in un punto sospetto, ruotare leve, allineare ingranaggi. La fisica, sebbene a volte un po’ “ballerina”, contribuisce a rendere il mondo di gioco credibile e manipolabile. Insomma, puoi fare tutto ciò che faresti dal vivo in una escape room reale!

La varietà degli enigmi è impressionante. Si spazia dalla pura decifrazione di codici all’osservazione ambientale, da puzzle spaziali che richiedono di riorganizzare oggetti a enigmi meccanici che necessitano di trovare e combinare più parti. La logica che governa le stanze è quasi sempre ferrea, e la soddisfazione che si prova quando dopo minuti di stallo si ha l’illuminazione, è impagabile.
Inutile dirlo però, Escape Simulator 2 è un’esperienza che dà il suo meglio in compagnia. È progettato per la cooperativa online. Il titolo supporta addirittura fino a 8 giocatori, ma già con un paio di amici ci si può divertire parecchio. Dividersi i compiti, comunicare in modo efficace, passarsi fisicamente gli oggetti, guardare insieme lo stesso indizio e scambiarsi idee rende il gioco ancora più realistico e dinamico, anche se noi purtroppo non abbiamo avuto modo di vivere questa esperienza.
A ogni modo, se non avete amici con cui condividere il viaggio, giocare in solitaria è assolutamente possibile, anche se chiaramente non sarà semplice. Alcuni enigmi sembrano quasi pensati per essere svolti da due persone diverse, e diciamo che in quei casi la frustrazione si fa sentire.
Per mitigare ciò, è presente un sistema di suggerimenti anche se forse questo è l’aspetto migliorabile del titolo. Sono suggerimenti spesso inaffidabili o poco chiari, e anche se chiaramente non sarebbe giusto fornire una soluzione all’enigma fin troppo palese, a volte finiscono con il complicare ancora di più le poche idee che si hanno.

Detto ciò parliamo però di longevità. Le dodici stanze ufficiali offrono una solida decina di ore di intrattenimento, a cui si aggiungono i “Darkest Puzzles” (versioni delle stesse stanze ma più complesse) e i collezionabili.
Ma il vero cuore pulsante della longevità del gioco è il Room Editor, ancora in beta. È uno strumento incredibilmente potente, che ora permette di creare livelli con una fedeltà visiva pari a quelli ufficiali, con illuminazione dinamica e layout a più piani. La community ha già iniziato a produrre qualche stanza personalizzata da pubblicare per gli altri, e questo garantisce al titolo un futuro radioso e contenuti virtualmente illimitati: anche perché la fantasia dei fan è una risorsa inesauribile!

Un’atmosfera davvero suggestiva
La grafica di Escape Simulator 2 non è affatto male. Ci troviamo di fronte a un’estetica realistica, cupa e suggestiva, con atmosfere azzeccate. Tutto ciò grazie al sistema di illuminazione. La luce dinamica crea un’atmosfera incredibile: il bagliore tremolante di una candela nel castello di Dracula, le luci asettiche e i riflessi metallici dell’astronave, i raggi di sole che filtrano nella nave pirata. Tutto contribuisce a un’immersione davvero apprezzabile.
Anche il comparto audio non è male, delicato al punto giusto. Non ci sono musiche invadenti, ma un tappeto di suoni ambientali: lo scricchiolio del legno, il ronzio dei motori, il gocciolio dell’acqua. Il suono spaziale è ben implementato e aiuta a identificare la provenienza di un “clic” o di un meccanismo che si è attivato.
Non è, tuttavia, un’esperienza tecnicamente perfetta. Abbiamo notato animazioni a volte legnose o mancanti (specialmente nell’interazione con scale o nell’alzarsi da postazioni), qualche interazione fisica “strana” e inevitabili problemi di clipping, specialmente in co-op (guardare attraverso la testa dei propri compagni è un classico).
L’input da controller è supportato, ma la precisione richiesta da alcuni enigmi rende la combinazione mouse e tastiera ancora nettamente superiore. Si tratta di piccole imperfezioni che non rovinano l’esperienza, ma che sicuramente potrebbero essere migliorate. Per fortuna, nessun bug particolare o fastidioso ha mai rovinato le nostre sessioni di gioco!
