Nel mare tossico di DREADMOOR, l’acqua non è più fonte di vita ma di follia. Il team indipendente Dream Dock ha appena firmato con il publisher Digital Vortex Entertainment, e l’accordo segna il salto di qualità per uno dei progetti più strani e affascinanti annunciati su Steam. Un horror di pesca in prima persona ambientato in un mondo devastato dalle radiazioni, dove tirare su un pesce può significare salvarti la vita o decretare la tua fine.
Dal Kirghizistan con orrore

Dietro questo incubo salmastro si nasconde una storia interessante. Dream Dock è uno studio del Kirghizistan fondato da tre ex sviluppatori di Playrix, MY.GAMES e Owlcat Games, che hanno lasciato la sicurezza dei grandi team per inseguire qualcosa di personale e oscuro. Digital Vortex, dal canto suo, è un collettivo di veterani che ha lavorato su Atomic Heart, Lost Ark e PUBG Battlegrounds. Il mix promette bene: un’idea fuori di testa con il supporto tecnico e produttivo di chi sa come portare un gioco indie sotto i riflettori internazionali.
Un incubo al largo
DREADMOOR parte da un concetto semplice e disturbante: la pesca come sopravvivenza. Guidi un peschereccio arrugginito attraverso rovine sommerse, raccogli quello che il mare ti concede e lo rivendi per potenziare la nave. Solo che qui il mare non è un amico, e il tuo pescato tende ad avere troppi denti. Più guadagni, più migliori l’imbarcazione, ma ogni upgrade ti spinge verso zone più pericolose e mostruose. Il rischio è costante: anche i pesci possono attaccarsi tra loro nella stiva se non li controlli, e la radioattività ti costringe a calcolare ogni immersione.
DREDGE incontra Metro Exodus

Chi ha visto il trailer ha già fatto i paragoni: DREDGE per l’atmosfera da horror marino, Metro Exodus per l’estetica post-apocalittica, e persino un tocco da Resident Evil nel modo in cui la tensione cresce dietro ogni onda. È un gioco che alterna silenzi pieni di sospetto a momenti di puro terrore, dove il mare non è solo ambientazione ma minaccia psicologica.
Un debutto da record
Il pubblico ha reagito con entusiasmo fin dall’annuncio di aprile 2025. In appena dieci giorni DREADMOOR ha superato 40.000 wishlist su Steam, piazzandosi tra i 600 titoli più desiderati della piattaforma. Un traguardo impressionante per uno studio indipendente con una campagna minima. Ora, con il supporto di Digital Vortex, la produzione punta a espandersi e a raggiungere un livello visivo degno delle ambizioni dichiarate.
Le parole degli autori

Il CEO di Dream Dock, Rostislav Fedorov, descrive il progetto come “un’esperienza che va oltre la pesca nell’apocalisse, una discesa nella follia umana”. Gli fa eco Alex Izotov, CEO di Digital Vortex: “Abbiamo riconosciuto subito il potenziale di questo universo. L’idea di unire horror lovecraftiano e sopravvivenza marina ci ha catturati immediatamente.”
Mostri da collezione
Il gioco promette oltre 100 specie di pesci mutanti, ognuna con comportamenti diversi: alcune fuggono, altre attaccano, altre ancora si fingono morte finché non sei troppo vicino. Ogni creatura può essere venduta, studiata o smontata per ottenere materiali di crafting. C’è una componente da collezione e gestione che si lega perfettamente alla tensione del survival: più impari, più rischi la vita.
Il mare come confine

DREADMOOR è previsto per la fine del 2026, ma la community è già attiva. Gli sviluppatori invitano i giocatori a unirsi al server Discord ufficiale e a seguire il progetto su X/Twitter. Chi ama i mondi apocalittici, il body horror e la quiete sinistra del mare troverà qui un’esperienza fatta per metterti a disagio anche quando non succede nulla.
Il nome stesso è un indizio: “Dread” come terrore, “Moor” come palude o terra allagata. Un mondo dove il mare è confine, non rifugio. E se la barca è il tuo unico scudo, preparati a sentire ogni scricchiolio come un presagio.
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