Sviluppato e pubblicato da COMMANDO PANDA, Twins of the Sun è un action game con visuale isometrica fissa incentrato prevalentemente nei combattimenti contro orde di nemici. Il tutto offrendo sia una modalità co-op che single player. Noi siamo partiti alla ricerca della nostra sorellina rapita su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Pronto ad affrontare giungle piene di stravaganti e aggressivi indigeni?
Twins of the Sun di un rapimento e tanti combattimenti
Twins of the Sun si apre con una cut scene semplice che vede i protagonisti passeggiare in una sorta di giungla. La loro armonia, però, dura una manciata di secondi in quanto cadono in una trappola e la più giovane, la nostra sorellina, viene rapita e trascinata via da un gruppo di bizzarri indigeni con tanto di maschere in legno tribali. Ecco, questo è l’incipit ed è anche l’unico barlume narrativo, escluso il deludente finale, che Twins of the Sun offre al giocatore.
Il motivo è che la narrazione è praticamente un elemento di contorno, una mera scusante atta a giustificare ciò che ci viene chiesto in game, ossia di malmenare orde e orde di nemici in 25 sfide diverse suddivise in cinque biomi per una longevità complessiva abbastanza bassa e che no, non riesce a lasciare il giusto segno. Purtroppo, Twins of the Sun nonostante uno stile grafico abbastanza accattivante, complice la sua natura cartoonesca, fatica a condividere momenti ludici realmente originali. Ma bando alle ciance e andiamo subito a dare un’occhiata al vero nucleo del titolo: il gameplay.

Malmena in compagnia o da solo
Twins of the Sun è un action game ad arena in 3D con visuale isometrica fissa che può essere affrontato in solitaria o in co-op locale fino a un massimo di due giocatori. Il titolo presenta un sistema di comandi molto semplice e, infatti, nel caso dell’ibrida Nintendo, può essere giocato e quindi anche condiviso in loco, con un solo joy-con. Inutile dire che, in buona compagnia, il gioco ha un piccolo boost in più. Inoltre, bisogna evidenziare il target di riferimento del gioco, decisamente giovane ma potenzialmente adatto a tutti.
I comandi, come accennato, sono molto intuitivi e sono ancorati ai due analogici. Quello sinistro ci permette di muoverci mentre quello destro direziona ed esegue l’attacco in automatico. Più si tiene inclinato l’analogico destro, più il personaggio rallenta per eseguire semplicissime combo ravvicinate. Questo perché l’arma principale del nostro protagonista è un’ascia in pietra dal raggio abbastanza basso e che richiede quindi scontri abbastanza ravvicinati.

Oltre a ciò, il nostro personaggio ha anche la possibilità di eseguire un semplice salto, utile per evitare alcuni sporadici ostacoli ambientali e/o proiettili avversari. Questi ultimi non spicca né per originalità né per varietà e né per complessità del set di mosse. Si tratta di mera carne da macello che può metterci in difficoltà unicamente per maggioranza numerica e per una certa restrizione delle aree di gioco, oltre che per alcuni fastidiosi ostacoli ambientali come pozze d’acqua che rallentano il nostro incedere.
I nemici non sono quindi un vero e proprio ostacolo eppure sono l’unico elemento di gioco con cui avremo a che fare. Twins of the Sun, infatti, ci chiede di eseguire una serie di 25 sfide caratterizzate essenzialmente dall’eliminare orde di nemici fino a riempire completamente una barra a schermo. Riempita quella, si passa alla sfida successiva. A variare un po’ la formula del combat system, c’è una particolare bacchetta in grado di sparare delle palle di fuoco. Si tratta del nostro unico attacco a distanza, in grado di agevolarci contro le orde più numerose ma che non dura in eterno e dopo un certo lasso di tempo svanisce.

Oltre a ciò, ci sono altri due bonus che appaiono su schermo e riappaiono a intervalli di tempo regolari: uno che ricarica la nostra energia vitale e un boost di velocità/forza. L’energia vitale è essenziale in quanto, nonostante ogni livello duri abbastanza poco, essendo caratterizzato da un’unica arena con orde a ripetizione, morire significa dover rifare ogni volta tutto il livello dall’inizio e considerando che l’esperienza di base già non brilla per varietà e divertimento…
Ironicamente, le parti migliori del gioco sono infatti quelle diverse dalle orde. Si passa da mini enigmi di logica solitamente posizionati a inizio o fine livello fino alle boss fight. Queste ultime, sono il momento migliore del titolo riuscendo a donare una sfida più varia e interessante con set di mosse che aumentano e mutano al mutare dell’energia avversaria e offrendo anche situazioni discretamente più varie e divertenti da affrontare. Ciò non basta comunque dal dare una vera identità a un titolo che rischia di essere dimenticato abbastanza rapidamente.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Twins of the Sun si difende discretamente bene scegliendo palette cromatiche vivace e coinvolgenti. Buono anche il 3D deformed che dona un po’ di vivacità al micro mondo di gioco e ai suoi elementi. Le animazioni sono semplici ed efficaci mentre gli ambienti, specificamente legati ai rispettivi biomi, non brillano molto per varietà e creatività, limitandosi a classiche arene a visuale fissa ben poco accattivanti. Il colpo d’occhio è quindi sì positivo ma si poteva fare decisamente di più sul versante creativo e identitario.
Il sonoro delude un po’ di più in quanto a effetti comunque abbastanza coerenti si contrappone una selezione di tracce musicali un po’ sottotono e di cui si fa sinceramente scarsa cura e attenzione, scivolando via senza grossi pregi o difetti. Da segnalare invece, la non scontata presenza dei sottotitoli in lingua italiana anche se c’è ben poco da leggere.
