Sviluppato da Wobble Ghost e pubblicato da Deck13, Spindle è un’avventura old school in 2D dotata di intrigante pixel art e di un umorismo leggero e prettamente visivo. Ti anticipiamo solo che tu sei la… Morte e il tuo fidato compagno di viaggio è un maialino rosa ballonzolante. Noi abbiamo affrontato questa bizzarra avventura su Nintendo Switch e siamo pronti a condividere la nostra recensione.
Spindle e della nuova Morte
Prima di raccontare l’incipit narrativo di Spindle è bene evidenziare come è nato questo piccolo ma intrigante gioco indie. Come tanti altri progetti odierni, Spindle ha esordito su Kickstarter e ha saputo catturare l’attenzione di non pochi utenti, conquistandone la fiducia e arrivando fin qui. Come ha fatto? Semplice, ha unito una trama interessante legata alla Morte e al come la si affronta a un gameplay nostalgico che rievoca grandi classici, primo tra tutti i vecchi The Legend of Zelda.
Il titolo esordisce su schermo mostrando un padre e suo figlio intenti a pescare. Uno scambio di sguardi e il genitore sembra sparire nel nulla. Pochi secondi e sparisce anche il ragazzo. Schermo buio. Quando riappaiono i colori, troviamo un maiale intento nel risvegliare a colpi di muso una figura ammantata di nero. Siamo noi. Quella figura ha un volto scheletrico e basta pochissimo per identificarla: è la Morte, il triste mietitore… Noi siamo la Morte.

No, Spindle non è il primo titolo a farci vestire questi panni e non è neanche il primo a farlo in chiave apparentemente umoristica. In molti, infatti, ricorderanno Death Jr., IP pubblicata da Konami che però ha ben poco da condividere col titolo in esame. Spindle, infatti, nonostante qualche battuta e una palese ironia dovuta alla presenza di un maiale parlante che funge da “guida” e compagno di viaggio, affronta anche tematiche molto serie come il confronto con la morte e la sua accettazione.
Non solo, il titolo pianta su schermo un mistero non di poco conto e che saprà tenere abbastanza alta l’attenzione e quindi la voglia di proseguire fino ai titoli di coda con una durata accettabile, data anche la tipologia di titolo e il modo in cui è suddivisa l’esperienza. Senza girarci troppo in torno, la nostra avventura nei panni di “nuova Morte” è un’altalena di momenti e misteri, tra humor e attimi più riflessivi, non sempre ben dosati ma molto interessanti da svelare con tanto di legami destinati ad evolversi e inevitabili conseguenze da subire.

Un classico con tanti enigmi
Spindle è un action adventure in 2D in pixel art che punta molto sui classici dungeon infarciti di enigmi e semplici minion da abbattere. Il tutto con il prevedibilissimo boss finale dotato di pattern ciclici ma che mutano al diminuire della sua energia vitale. Ad aiutarci nell’affrontare i pericoli, avremo l’iconica “falce della Morte”, arma ravvicinata con cui potremo anche falcidiare alcuni oggetti ambientali per ottenere della particolare “energia” che andrà a riempire una barra celeste. Tale barra, in stile simil Hollow Knight, può essere consumata per ricaricare un nostro cuore di energia vitale.
Oltre a ciò, il nostro personaggio è dotato di una schivata abbastanza classica e può anche interagire con l’ambiente per risolvere enigmi di vario genere come attivare leve, spingere casse e quant’altro. A complicare il tutto, ci sono una serie di trappole decisamente classiche: piattaforme cedibili o mobili, massi puntuti movibili, trappole letali a distanza e tanto altro. Anche i nemici sono abbastanza standard spiccando più esteticamente che per il set di mosse a disposizione (salvo per alcuni boss decisamente ben strutturati).
Riuscire a risolvere un dungeon, considerando anche come e quanto vengono concatenati i vari enigmi, regala comunque una certa soddisfazione mixata a un sentore nostalgico che colpisce nel segno ma che indebolisce anche l’identità del titolo, già affranta da una resa grafica dei dungeon non sempre molto creativa. Ciò che invece risulta abbastanza originale seppur non inedito, è l’utilizzo del maiale, parte integrante di più enigmi ambientali e anche futuro personaggio di cui poter ottenere il comando.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Spindle non spicca molto. Sì, il titolo offre una buona pulizia generale e i colori risultano vivaci e accattivanti, accompagnati anche da animazioni semplici ma funzionali. Il problema è che, soprattutto gli ambienti, alcuni dungeon inclusi, risultano troppo anonimi e “già visti”. Anche la tipologia di trappole non aiuta a plasmare l’identità di un titolo che ritrova se stesso, oltre che nei protagonisti, in alcune particolari momenti narrativi e rispettiva trovate.
Un mix che non funziona sempre e che poteva decisamente offrire di più, considerando la base creativa e soprattutto gli interessanti spunti di riflessione che riesce a donare con pochi pixel su schermo. Anche il sonoro non spicca molto per originalità ma offre comunque una buona varietà senza mai diventare eccessivamente ridondante. Da segnalare, invece, la graditissima e non scontata presenza dei sottotitoli in lingua italiana che aiutano non poco a godere di un titolo che sa sorprendere per alcuni momenti abbastanza toccanti.
Infine, Spindle si difende molto bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo anche se è in portabilità che lo abbiamo apprezzato di più. Complici scenari non molto ricchi di dettagli e una divisione delle zone esplorative a “quadri” con tanto di continui rallentamenti di pochi secondi da un “quadrato” all’altro (con conseguente indebolimento di fluidità e ritmo ludico sul lungo tempo) che su schermo grande si notano un po’ di più.