Il nuovo Battlefield 6 di DICE promette battaglie più reattive grazie ai server multiplayer a 60 Hz, ma resta da capire se questo basterà nel 2025, quando gli sparatutto competitivi puntano su frequenze ancora più alte.
Cos’è il tick rate e perché è importante
Il tick rate misura quante volte al secondo un server aggiorna lo stato del gioco. Ogni “tick” rappresenta un nuovo pacchetto di informazioni inviato ai giocatori: movimenti, colpi, interazioni. Più è alto, più i comandi risultano precisi e sincronizzati.
In pratica, 60 Hz significa che il server si aggiorna sessanta volte al secondo. È una frequenza solida, ma non estrema: titoli come Valorant arrivano a 128 Hz, mentre Counter-Strike 2 si ferma a 64 Hz.
Miglioramenti rispetto a Battlefield 2042

La conferma arriva direttamente dal produttore David Sirland, che su X ha dichiarato che Battlefield 6 utilizzerà server a 60 Hz sia su PC che su console.
È un salto in avanti rispetto a Battlefield 2042, limitato a 45 Hz sulle versioni di nuova generazione e a 20 Hz su PS4 e Xbox One. Già questo garantisce una differenza tangibile nella fluidità degli scontri e nella precisione dei colpi.
Anche rispetto a Battlefield V e Battlefield 1, che raggiungevano i 60 Hz solo su PC, il nuovo capitolo punta a uniformare l’esperienza tra piattaforme.
Dove si colloca Battlefield 6 rispetto agli altri shooter
Nel confronto diretto, Call of Duty utilizza server a 60 Hz per il multiplayer 6v6, ma scende a 20 Hz su Warzone. Counter-Strike 2 resta su 64 Hz, mentre Valorant mantiene il primato con 128 Hz.
Battlefield 6 si piazza quindi nella fascia media, garantendo un’esperienza stabile senza raggiungere i livelli eSport. È un compromesso pensato per sostenere mappe ampie e centinaia di giocatori, dove la priorità è la stabilità più che la precisione assoluta.
Perché non andare oltre i 60 Hz
Aumentare la frequenza di aggiornamento significa moltiplicare i costi e il carico dei server. Ogni tick in più richiede più banda, più potenza e infrastrutture più costose.
DICE ha probabilmente scelto i 60 Hz come punto di equilibrio: abbastanza alto per migliorare il feeling rispetto ai capitoli precedenti, ma sostenibile su larga scala. Con mappe enormi e fino a 128 giocatori, mantenere 120 Hz sarebbe un rischio tecnico notevole.
Quanto si percepisce nel gameplay

Tra 45 e 60 Hz la differenza si sente: i movimenti risultano più fluidi, le hitbox più coerenti e la reattività più costante, specialmente nei duelli ravvicinati.
Non si raggiunge la precisione chirurgica di Valorant, ma per un titolo su larga scala come Battlefield 6 l’esperienza complessiva risulta decisamente più stabile e immersiva.
La scelta di DICE
DICE sembra voler garantire un bilanciamento tra performance e accessibilità. Meno problemi di lag, meno differenze tra piattaforme e un’architettura che può crescere con gli aggiornamenti futuri.
Per la maggior parte dei giocatori, 60 Hz sarà più che sufficiente per un’esperienza fluida e reattiva. I veterani più competitivi, però, continueranno a preferire titoli con tick rate più elevati.
Battlefield 6 uscirà il 10 ottobre 2025, e sarà allora che vedremo se le promesse tecniche di DICE si tradurranno in sensazioni concrete sul campo di battaglia.
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