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Wander Stars, recensione (PlayStation 5)

Un cartone animato dove si combatte con le parole

Pasquale Aversano 11 ore fa Commenta! 14
 
8.3
Wander Stars

Sviluppato da Paper Castle Games e pubblicato da Fellow Traveller, Wander Stars è un particolare gioco di ruolo in 2D con combattimenti a turni e un’esplorazione ancorata a un susseguirsi di mappe con tappe procedurali. A spiccare, e bastano poche immagini a conferma, è lo stile grafico che rievoca i cartoni animati degli anni 80 e 90. Noi abbiamo vissuto l’avventura della giovane Ringo su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione! 

Contenuti
Wander Stars come un anime degli anni 90Un combattimento fatto di paroleLe parole fanno maleGrafica e sonoroTi potrebbe interessare

Wander Stars come un anime degli anni 90

Basta uno sguardo allo stile di Wander Stars e ci si sente catapultati indietro nel tempo. Chi ha vissuto gli anni 80-90 e i cartoni animati di quell’epoca, troverà nel titolo firmato Paper Castle Games un modo per tornare giovani. L’effetto nostalgia è dirompente e pienamente efficace. Un valore aggiunto che arricchisce l’opera e le dona un fascino innegabile anche per gli utenti più giovani. C’è cura in Wander Stars e lo si nota in tanti piccoli dettagli che rendono l’intera esperienza meritevole di essere vissuta dall’inizio alla fine, nonostante qualche piccolo scivolone.

Ma procediamo con ordine. La protagonista dell’opera nonché personaggio di cui avremo il controllo è Ringo, una giovane dalla capigliatura rossa addestrata nell’arte del Kiai, una sorta di arte marziale che funge anche da spettacolo televisivo del momento (un po’ come il calcio in Italia). Non sorprende, infatti, che il gioco esordisce proprio con uno scontro con tanto di presentatore che sembra un lontano parente di quello del buon vecchio e intramontabile Dragon Ball.  

Wander Stars, recensione (PlayStation 5)

Ma il Kiai non è solo un vezzo narrativo ricoprendo invece un ruolo centrale e fortemente identitario per tutta la durata del gioco e lo approfondiremo come si deve nel paragrafo dedicato. Tornando alla narrazione, invece, Ringo non è la sola protagonista del titolo. Ben presto, infatti, faremo la conoscenza di Wolfe. Un lupo umanoide che verrà inizialmente soprannominato come Mr. Ladro (indovina perché). Un inizio non esaltante per un personaggio che cattura da subito grazie a un carattere arrendevole ma furbo, duro all’esterno ma morbido all’interno.

Sì, non è nulla di realmente nuovo e proprio per questo funziona. L’incontro scontro tra l’esuberante personalità giovanile di Ringo con tanto di inesperienza e ingenuità si uniscono alla scorza pungente di Wolfe e al suo alone misterioso, con tanto di passato da svelare e cicatrici nascoste di varie entità. Una coppia che si ritrovano a cooperare in quanto hanno due obiettivi differenti ma che coincidono: cercare i frammenti di una particolare mappa. 

Non aggiungiamo altro in merito all’avventura ma ti basti sapere che questa è suddivisa in dieci episodi, proprio come se fosse un anime. Il cast di personaggi è molto ampio e variegato e a dominare è l’umorismo, mai volgare ma perfettamente dosato. Sì, l’intreccio generale non sconvolge con enormi intrecci ma appassiona, diverte e funziona dall’inizio fino alla fine, risultando un omaggio coerente e funzionale al tempo a cui si ispira, dosando bene i cliché e osando anche qualche sprazzo coraggioso personale molto apprezzato.

Wander Stars, recensione (PlayStation 5)

Un combattimento fatto di parole

Wander Stars è un gioco di ruolo con combattimenti a turni ma con esplorazione in stile roguelike con tanto di tabellone a tappe procedurali e potenziamenti che si annullano di run in run. Partendo proprio da quest’ultimo elemento, il gioco propone dieci episodi caratterizzati da diverse mappe ciascuno. Tale mappe sono dei tabelloni su cui possiamo muovere Ringo, decidendo di volta in volta su quali punti soffermarci.

Come da prassi, ci sono caselle dedicate ai combattimenti, altre con dei negozi in cui vendere e acquistare oggetti curativi o potenziamenti temporanei di vario genere, presenti anche tappe “narrative” con possibilità di bonus o malus (come l’ottenimento di denaro extra o la perdita di salute) o punti in cui ottenere tesori extra. Infine, prima dei boss, è quasi sempre presente una tappa “relax” in cui ricaricare l’energia e il tempo d’utilizzo delle parole per combattere. 

L’esplorazione in Wander Stars è quindi fortemente relegata al tabellone la cui struttura muta di run in run con un sistema procedurale abbastanza classico che mixa le tappe in modo da smorzare la monotonia e la ripetitività ludica di fondo. Questo sistema funziona discretamente bene grazie a una buona varietà di situazioni e un sistema di potenziamento e combattimento che se ti conquista non ti molla più, nonstante qualche piccolo difetto.

Wander Stars, recensione (PlayStation 5)

Le parole fanno male

Il combattimento di Wander Stars è tra gli elementi che compongono l’identità del titolo con cura e divertimento. Per combattere, infatti, potremo concatenare una serie di parole che contribuiscono a fornire sia il valore d’attacco sia bonus passivi aggiuntivi come la possibilità di infierire danni elementali o status alterati (come sanguinamento, bruciatura, ecc.) Ogni parola ha quindi un suo valore che può essere anche concatenato con altre parole. Inoltre, queste sono divise per “sezione”. Tutto ciò avvicina il titolo quasi a un “deck builder”.

Entrando nel dettaglio per quanto riguarda le sezioni, la prima ed essenziale è quella delle “Action Words”. Queste sono quelle che devi utilizzare per forza in quanto le altre sezioni, da sole, non sono attivabili. All’interno delle action words, come da nome, ci sono le parole che ti faranno agire in vario modo. Oltre a quelle d’attacco come calci, pugni, colpo di frusta e quant’altro, c’è anche la parola per difendersi, aggiungendo degli scudi difensivi alla tua energia vitale per attutire i danni avversari. Presente anche la parola “oggetto” per utilizzare gli oggetti nel tuo inventario. Di questa sezione, puoi usare una sola parola per turno.

Wander Stars, recensione (PlayStation 5)

Successivamente, troviamo la sezione delle “Modifier Words”, ossia le parole che, aggiungendosi all’action words, offrono valori aggiuntivi. Possono essere utilizzate in più numero e i loro effetti variano: possono aumentare il valore d’attacco, possono colpire più nemici insieme o anche abbassare il cooldown delle altre parole usate in questo turno. Perché sì, ogni parola ha una sua tempistica di ricarica che rientra nella strategia ludica di Wander Stars evitando quindi “scorciatoie”. 

L’ultima sezione è quella delle “Elemental Words” ossia le parole legate ad elementi che si aggiungono alle altre due sezioni offrendo danni elementali, appunti. Si va dal fuoco all’acqua con conseguenze di vario genere in base alle parole stesse. Tutte e tre le sezioni hanno dei limiti in termini di parole da poter contenere e tale limite può essere aumentato temporaneamente in base alle nostre scelte. In ogni scenario (e quindi tabellone) di un relativo episodio, infatti, potremo ottenere un potenziamento in stile Hades che riguarda l’aumento temporaneo di energia vitale, più parole in una data sezione, ecc.

Wander Stars, recensione (PlayStation 5)

Per passare da uno scenario a un altro basta raggiungere uno dei potenziamenti lungo il percorso e procedere oltre. Da segnalare che tutti i potenziamenti acquisiti, sia alla fine dello scenario che durante le varie tappe, sono validi esclusivamente durante l’episodio in corso e verranno azzerrati al suo completamento. Questo significa che dovremo effettuare diverse scelte costruendo la build migliore in vista dell’inevitabile boss di fine episodio. Per build si intende sia i potenziamenti di statistica di Ringo sia le tipologie di parole da equipaggiare. 

Ma c’è altro. Tornando al sistema di combattimento, ogni parola occupa uno o più spazi all’interno di uno schema sempre visibile a schermo. Lì si andrà a comporre quello che sarà il nostro attacco. Un esempio? Super Calcio di Fuoco! Tale attacco sarà una somma di effetti delle tre parole legate alle varie sezioni come precedentemente spiegato. I nemici però, faranno lo stesso con noi… e in più, toccherà studiare bene chi affrontiamo in quanto possono avere immunità, resistenze o debolezze alle varie parole e/o elementi e/o effetti di stato di cui tener conto. 

Se becchiamo una debolezza avversaria, questa ci ricaricherà uno spazio in cui inserire le parole. Tali spazi, che possono essere ulteriormente ampliati, si ricaricano ogni turno e, finché sono “infiammati” potrai usarli per inserirci le parole e quindi anche attaccare più volte per turno. Una parola per spazio. Inoltre, tali spazi possono subire problemi di stato in modo creativo come l’elettrificazione… e ciò causa danni ogni volta che inserisci una parola nello spazio elettrificato. Come avrai potuto intuire, il sistema di battaglia ti porta a riflettere e formulare parole su parole il che può spezzare il ritmo che diventa più lento, soprattutto rispetto alla media dei titoli con combattimenti a turni (il che può essere un problema solo per alcuni utenti).

Wander Stars, recensione (PlayStation 5)

E non abbiamo ancora parlato dei “Pep”. Tali “aiuti” extra vengono forniti nel caso in cui si deciderà di risolvere pacificamente uno scontro. Per fare ciò, dovrai portare il nemico al “punto di rottura” senza però svuotargli tutta l’energia vitale. La risoluzione pacifica di uno scontro fornisce esperienza extra e anche il citato “pep”. Questi può ancorarsi a una parola e fornire aiuti extra in battaglia ma anche dare supporto passivo come ricaricare l’energia ogni volta che si passa su una tappa inesplorata del tabellone.

Tutto ciò che abbiamo elencato del sistema di combattimento dal numero di  pep equipaggiabili, alle dimensioni del proprio inventario, allo spazio dove inserire le parole alle parole stesse vengono sì eliminate alla fine dell’episodio ma possono essere anche acquisite in modo permanente investendo l’esperienza acquisita nell’episodio terminato. Per fare ciò, dovrai completare l’episodio e arrivare alla schermata di “selezione”. Qui potrai upgradare gran parte delle tue abilità e scoprire che il titolo incita molto al grinding e al replay.

Ogni episodio, infatti, ha ben tre stelle da conquistare. La prima per il completamento al livello di difficoltà “normale”, la seconda se non si perde mai uno scontro e la terza e ultima se non si perde mai uno scontro ma a modalità “sfida” (che aumenta la difficoltà già di base abbastanza elevata). In più, ogni episodio ha un determinato numero di PNG da incontrare e missioni secondarie da completare il cui numero richiede diverse run, tenendo anche conto che appariranno in modo procedurale. Insomma, per chi ama il 100%, Wander Stars ha davvero tanto da offrire. Tutti gli altri, invece, avranno dinanzi un’avventura di 10-15 ore molto godibile. 

Wander Stars, recensione (PlayStation 5)

Grafica e sonoro

Graficamente parlando, Wander Stars ha uno stile magnetico, nostalgico e pienamente efficace. Lo stile cartoon anni 80-90 trasuda nostalgia e amore per i tempi andati. Il risultato su schermo è ottimo. Le poche animazioni funzionano. Le scenette humor strappano più di una risata, basta anche solo un artwork esagerato al punto giusto. Anche le cut-scene animate centrano il bersaglio. Infine, il sistema di parole unito alle risposte in battaglia, seppur non molto vario, soddisfa. Anche il tabellone, seppur più semplice e anonimo, si insinua perfettamente all’interno dell’opera senza snaturarla nel suo complesso. 

Il sonoro è perfettamente in linea con l’atmosfera proposta dal titolo, conquistando e rievocando con efficacia i classici dell’epoca. Dagli effetti sonori alle musiche di sottofondo, sembra davvero di essere dentro un anime interattivo. Nota dolente, invece, per la totale assenza della lingua italiana, un peccato considerando il buon umorismo utilizzato e che non tutti potranno cogliere come si deve.

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Wander Stars
8.3
Grafica 8.5
Sonoro 8
Longevità 8
Gameplay 8.5
Aspetti positivi Stile anime anni 80-90 pienamente azzeccato Gameplay originale e strategico Buon livello di sfida e forte rigiocabilità Mole di contenuti soddisfacente e discretamente varia
Aspetti negativi Assenza della lingua italiana Ritmo dei combattimenti più lento rispetto ai congeneri
Considerazioni finali
Wander Stars colpisce nel segno. Lo stile grafico e le sonorità che rievocano i cartoon anni 80-90 portano una ventata di nostalgia e identità a un titolo che trionfa anche nel versante del gameplay. Il tutto grazie a un’idea ingegnosa che usa le parole dando vita ad attività simil deck builder non per tutti ma decisamente strategiche e ben ramificate. Le regole del gioco offrono sfide appaganti e buona varietà di situazioni, senza contare la forte rigiocabilità degli episodi. Peccato solo per l’assenza della lingua italiana.

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