Il secondo capitolo di Kingdom Come Deliverance ha già conquistato una fetta di pubblico con la sua fedeltà storica e la profondità del gameplay, ma Warhorse Studios non si è fermata. Un nuovo DLC è appena arrivato, con l’obiettivo di sistemare alcune criticità del gioco base e aggiungere contenuti freschi che rendono l’esperienza ancora più completa. Allo stesso tempo, durante il recente KCD FanFest in Repubblica Ceca, gli sviluppatori hanno lasciato intendere qualcosa anche sul futuro della saga.
Un DLC che sistema l’economia e molto altro

Chi ha giocato a fondo KCD2 conosce bene il problema: nella seconda parte dell’avventura Henry accumula talmente tanta ricchezza da rendere superflue intere meccaniche. Questo DLC interviene proprio lì, introducendo un sistema che permette di spendere i propri risparmi in maniera sensata.
Henry entra in possesso di una vecchia fucina malandata, un luogo legato alla giovinezza del padre. Qui il giocatore può investire denaro per ristrutturare l’edificio, arredarlo e trasformarlo in un vero centro operativo. Ogni modifica ha un costo preciso e alcune influenzano anche il gameplay.
Il colpo di genio è la “cassa delle vendite”: basta depositare gli oggetti indesiderati e un NPC si occuperà di piazzarli sul mercato. Fine delle lunghe maratone tra fabbri e botteghe in cerca di acquirenti con abbastanza monete in tasca.
Il sistema di prestigio
Accanto alle ristrutturazioni arriva il “prestigio di gilda”, un nuovo meccanismo che obbliga Henry a guadagnarsi il rispetto dei confratelli con missioni secondarie. Funzionano bene per chi inizia una nuova partita, mentre per i veterani che hanno già completato la storia possono risultare ripetitive.
Una quest legata all’orologio astronomico
La cornice narrativa del DLC ruota attorno al restauro di un antico orologio astronomico. Non è la trama a spiccare, quanto le migliorie strutturali e la possibilità di approfondire i ricordi legati al padre di Henry.
Il FanFest e gli indizi sul futuro

Tutte queste novità sono state presentate al KCD FanFest, evento organizzato a Fort Malashv. Oltre 2.500 fan hanno preso parte a giornate che sembravano uscite direttamente dal Medioevo: tornei di dadi, tiro con la balestra, cavalcate, piatti tradizionali e persino un concerto dal vivo del compositore Jan Valta.
Ma i riflettori non erano puntati solo sul DLC. In vari interventi e incontri informali con gli sviluppatori è emersa la possibilità che il prossimo passo della serie abbracci il periodo delle Guerre Hussite con ambientazione a Praga.
Henry verso la fine della sua corsa?
Un altro segnale forte riguarda Henry. L’attore Tom McKay è stato ringraziato pubblicamente da Warhorse per i suoi nove anni di lavoro, un post che ha avuto il sapore di commiato. L’impressione è che l’arco narrativo del protagonista sia ormai completo.
Un franchise pronto a osare
La sensazione è che lo studio voglia fare il passo che fece CD Projekt Red dopo The Witcher 3: osare con qualcosa di nuovo. Non è detto che restino legati al Medioevo: c’è chi parla di pirati, altri di scenari storici differenti o persino mondi più cupi e sperimentali. L’elemento certo è la volontà di portare avanti la cura maniacale per i dettagli e la complessità dei sistemi che hanno reso celebre la saga.
Un’espansione che invita a ricominciare

Il nuovo DLC non è pensato solo per chi ha già finito il gioco. La sua forza sta soprattutto nel rendere più scorrevole l’esperienza a chi comincia ora. Un hub funzionale, un’economia bilanciata e nuovi legami familiari rendono l’avventura più coerente e meno frustrante.
Per chi invece ha già completato KCD2, l’espansione è un motivo valido per rimettere piede in Boemia e magari lanciarsi in una seconda run.
Il futuro di Kingdom Come resta avvolto nel mistero, ma il presente è chiaro: con questo DLC, Warhorse ha dimostrato di saper ascoltare la community e correggere i punti deboli.
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