Pubblicato e sviluppato da Nintendo, Drag x Drive è un gioco sportivo che, nel dettaglio, affronta lo sport della pallacanestro in carrozzina allontanandosi dal realismo a favore di un aspetto più arcade e ludico. Parliamo, inoltre, di uno dei titoli che accompagnano l’esordio della nuova console ibrida Nintendo, focalizzandosi su uno dei nuovi controlli. Noi abbiamo affrontato innumerevoli sfide su Nintendo Switch 2 e questa è la nostra recensione!
Drag x Drive è solo gameplay
Siamo rimasti leggermente delusi nell’affrontare il mondo di gioco offerto da Drag x Drive in quanto, a differenza di Arms, qui c’è molta meno personalità. Anzi, non c’è un vera e propria ambientazione o storia o un qualche tentativo di fornire identità ai personaggi che si sfidano sul campo. Abbiamo citato Arms in quanto, come Drag x Drive, anche il titolo incentrato nel menar cazzotti in stile Punch Out puntava a offrire un’esperienza incentrata sui controlli dell’ibrida Nintendo.
Drag x Drive pone al centro questa sua particolarità ma dimentica tutto il resto, sacrificando qualsivoglia ambientazione o contestualizzazione e gettandoci direttamente nelle modalità di gioco, comunque discretamente contenuto per numero e per profondità ludica. Sembra quasi un “simulatore sportivo” se non fosse per la sua natura ibrida che lo spinge nel mondo arcade fatto qui di azioni e sprint di vario genere ben poco realistici. D’altronde la stessa carrozzina è dotata di una sorta di turbo ben poco “reale”.

Considerando quindi la mole di contenuti e la scarsa attenzione nel dare vita a un titolo dall’identità propria, Drag x Drive fatica non poco a giustificare la propria esistenza come titolo stand alone. A conti fatti, e lo vedremo approfonditamente nel corso nei prossimi paragrafi, il titolo attuale assomiglia più a un singolo minigioco in stile Wii Sport solo che questi è venduto a 19,90 e offre un’unica tipologia di esperienza ludica. Avrebbe avuto più senso fonderlo all’interno del Welcome Tour, arricchendo così il famigerato “tutorial a pagamento” che ha comunque come obiettivo quello di sviscerare ludicamente
Concludiamo la sezione legata alla narrazione, qui totalmente assente, evidenziando come anche la personalizzazione dei personaggi è molto ridotta e poco efficace, soprattutto rispetto agli standard odierni. In Drag x Drive, infatti, è sì possibile sbloccare nuovi caschi e cambiare il colore di alcune parti dell’uniforme ma la quantità e la varietà è abbastanza risicata oltre che abbastanza anonima.

Pallacanestro su due ruote
Drag x Drive è pallacanestro in carrozzina ma quasi “fantascientifica”. Parliamo di un titolo costantemente in bilico tra realismo e arcade e che fatica in entrambi i settori. Il realismo, lo intercettiamo nel sistema di comandi e nella volontà degli sviluppatori di offrirci il controllo diretto delle due ruote del veicolo come se fosse una vera carrozzina. Questo significa che i controlli sono “invertiti”, richiedendo un po’ di pratica e abitudine.
Pratica comunque necessaria in quanto tutto Drag x Drive si basa unicamente su un solo sistema di comando che è anche uno di quelli “innovativi” e introdotti con la console Nintendo Switch 2 di cui il titolo è assoluta esclusiva. Tale sistema è quello che vede trasformare i due joy in mouse. Per muovere il veicolo tocca quindi utilizzare i due mouse come se fossero le ruote della carrozzina, dominando il campo e riuscendo a sfruttare al meglio il proprio ruolo. Ovviamente oltre al movimento si può tirare, alzare le mani per bloccare lanci altrui, caricare gli avversari e anche sfruttare l’ambiente per alcuni salti scenici simil Tony Hawk.

Banalmente, basta far scorrere i controller in direzioni opposte per far perno e girarci oppure alzare una mano di scatto per tentare un tiro. Viene da sé che il tutto è sì molto interattivo ma richiede anche una pratica non indifferente oltre alla necessità di una superficie piana per agevolare i sensori da “mouse”. Laddove il titolo è orfano di una qualche progressione ludica effettiva, non c’è esperienza e i collezionabili estetici sono abbastanza limitati, dobbiamo ammettere che, di partita in partita, si avverte una soddisfazione crescente man mano che si padroneggia il veicolo.
Questo perché, di fatto, Drag x Drive ha una struttura ludica discretamente solida seppur limitata. La limitatezza è dovuta al fatto che il titolo offre ben poco, soprattutto se si gioca da soli. La modalità contro i bot, infatti, non è una sorta di torneo ma solo “partite libere” con difficoltà selezionabile che fungono quasi da “palestra” oltre a essere utili per sbloccare i già citati, e poco accattivanti, personalizzabili estetici.
La situazione non migliora molto con la modalità principale, quella online. Il motivo è che il titolo non è molto popolato e le partite 3 vs 3 con soli giocatori sono molto, troppo, rare. Ammettiamo però di aver vissuto alcune partite davvero appaganti anche se è difficile trovare un’immediata sinergie con giocatori casuali in quanto, non essendoci una sorta di ranking, può capitare di avere un dislivello di esperienza pratica notevole in ambo i casi (troppo forti o troppo inesperti).

Prima abbiamo parlato di “ruoli”, questo perché Drag x Drive include tre ruoli: guardia, centro e ala. Si tratta del ruolo dei tre personaggi per squadra che occuperanno il campo e, come è facilmente intuibile, ognuno è specializzato in un determinato tipo di gioco. L’ala è quello più equilibrato e adatto a coprire praticamente gran parte delle situazioni fungendo da buon supporter per gli altri due. Il centro è il ruolo più coriaceo e lento, adatto per scontri frontali e posizioni difensive mentre la guardia è il più veloce del trio, adatto a raggiungere l’obiettivo saettando tra le difese avversarie. Inutile dire che la cooperazione tra i tre ruoli è la chiave per una buon partita.
Probabilmente consapevoli dei contenuti limitati di Drag x Drive gli sviluppatori hanno inserito una serie di minigiochi affrontabili anche in compagnia che provano a prolungarne la longevità. Tra questi abbiamo una gara di tiri, una di velocità, una prova a tempo e una “caccia al rimbalzo”. Banalmente si tratta di una corsa tra checkpoint, un inseguimento a una palla che rimbalza, un gara ad ostacoli contro il tempo e una sfida ad accumulo di canestri. Tutto in linea col gameplay di base e nulla di realmente rivoluzionario o memorabile.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, nonostante un forte anonimato riscontrabile sia negli scenari che nei personaggi, Drag x Drive si difende abbastanza bene. Buoni gli effetti speciali e buona la fluidità su schermo. Abbiamo riscontrato giusto qualche sporadico rallentamento ma niente che abbia realmente danneggiato l’esperienza di gioco complessiva. Anche il sonoro è risultato abbastanza accattivante seppur ma realmente memorabile. Gradita, infine, la presenza dei sottotitoli in lingua italiana.