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Quantum Witch: un piccolo gioiello indie tra sogni, ironia e scelte bizzarre

Un titolo accattivante

Andrea Tasinato 2 ore fa Commenta! 5
 
Quantum Witch
Quantum Witch

Se sei una persona con un pizzico di nostalgia, la mente aperta e la passione per le storie interattive che si modellano sulle tue decisioni, Quantum Witch è un titolo che non puoi ignorare. La prima cosa che colpisce è lo stile visivo: grafica semplice ma estremamente curata, con un tocco retrò che richiama immediatamente progetti come UFO 50. A questo si affianca una narrazione leggera e giocosa, ma capace di toccare corde più profonde senza mai diventare pesante. E soprattutto: no, non è un culto!

Contenuti
Quantum Witch: una partenza oniricaNon il solito side-scrollerUna ventata di freschezzaBreve, ma con tanti motivi per rigiocarloIndie con cuore, anima e umorismo

Quantum Witch: una partenza onirica

Quantum Witch inizia con un breve tutorial sotto forma di sogno e subito ci getta in un mondo strano, surreale ma al tempo stesso tangibile. Scopriamo così di avere la responsabilità di alcune pecore, i faer, che hanno rotto il recinto e seminato il caos nel villaggio e il tuo primo compito è riportarle a casa, mentre la nostra metà (il cosiddetto bonded one) si occupa delle riparazioni.

Quantum Witch: un piccolo gioiello indie tra sogni, ironia e scelte bizzarre
bel paesaggio di Quantum Witch in pixel art, eh?

Non il solito side-scroller

All’inizio Quantum Witch sembra richiamare titoli old school come Contra o Mega Man e a spanne anche vagamente Castlevania, ma presto ci si accorge che non ci sono nemici da abbattere né piattaforme mortali da saltare; in un certo senso si può dire che ti trovi dinanzi a una visual novel atipica, anzi quasi un mix tra visual novel e platform, dove le scelte contano e il gameplay si sviluppa attraverso piccoli enigmi ambientali e dialoghi bizzarri.

Il tono del gioco viene fissato fin da subito: ironico, eccentrico e a tratti etereo. Ci sono momenti toccanti, ma sempre alleggeriti da trovate divertenti e da riferimenti pop come Princess Peach o Pac-Man. Persino il primo luogo visitabile, una chiesa piena di seguaci che venerano una sorta di dio-lampada, mette il giocatore davanti a una scelta chiave: unirsi al culto o scappare a gambe levate?

Una ventata di freschezza

Al di là della comicità, Quantum Witch riesce anche a toccare temi più profondi, come il rapporto con la religione e i traumi ad essa legati, ma lo fa sempre con tatto e leggerezza.

Quantum Witch: un piccolo gioiello indie tra sogni, ironia e scelte bizzarre

Inoltre, il gioco è permeato da storie d’amore saffico: la queerness non è trattata come “tema”, ma come parte naturale del mondo di gioco. Una rappresentazione fresca e spontanea che si sente rara e preziosa.

Dal cast stravagante (che include, non scherzo, persino una gamba gigante come personaggio) fino allo scheletro che funge da guida se ti perdi, ogni incontro è una piccola sorpresa.

Quantum Witch: un piccolo gioiello indie tra sogni, ironia e scelte bizzarre
La gambe gigante

Anche in un mondo compatto, capire dove andare o dove si nasconde l’ultima pecora non è sempre immediato, e lo scheletro serve da aiuto senza mai togliere la soddisfazione della scoperta. Quantum Witch ha anche un proprio sistema del tempo: di notte, eventi e personaggi cambiano, raddoppiando le possibilità esplorative. Le decisioni influenzano costantemente ciò che si può vedere o fare, senza però mai cadere nella ripetitività o nel grinding.

Breve, ma con tanti motivi per rigiocarlo

Una prima partita dura circa 4 ore, abbastanza per completarla in una singola sessione, ma le scelte multiple e i finali alternativi invogliano subito a rigiocare: chi non vorrebbe scoprire cosa succede unendosi al culto invece che rifiutandolo? Inoltre, la presenza delle “waveforms” , cioè una sorta di cose da fare per degli esiti possibili, spingerà i collezionisti a completare più run per scoprire davvero ogni sfumatura della storia.

Quantum Witch: un piccolo gioiello indie tra sogni, ironia e scelte bizzarre

Indie con cuore, anima e umorismo

In sintesi, Quantum Witch è un concentrato di creatività indie: una visione artistica chiara, un racconto eccentrico e commovente, nostalgia dosata con intelligenza e una ventata di aria fresca in un genere spesso troppo verboso.

Si percepisce chiaramente la passione della sviluppatrice NikkiJay, che con questo suo primo progetto in solitaria è riuscita a dare vita a un’esperienza unica, personale e sorprendentemente matura. Anche se Quantum Witch non è un tripla A come Metal Gear, resta un piccolo gioiello che merita tutta l’attenzione degli amanti delle produzioni indipendenti.

Scopri tutto su Quantum Witch
Quantum Witch
Quantum Witch
Aspetti positivi Il gioco esprime una chiara direzione artistica: pixel art raffinata, piena di anima e nostalgia moderna, un universo che pulsa di voce e meta-riflessioni Ogni decisione plasma la storia, con ramificazioni che emergono solo attraverso più playthrough. Il sistema “waveforms” incentiva a esplorare tutte le possibilità narrative L’ironia è tagliente, scorre come Douglas Adams in pixel art; i personaggi seducono con una miscela di fascino, leggerezza e profondità Derivano da esperienze reali dell’autrice, come il trauma religioso e la liberazione attraverso l’autonomia; il gioco trasmette libertà, resilienza e identità queer senza sensazionalismi I loop narrativi sono brevi ma densi: il supporto ai checkpoint aiuta a esplorare varie diramazioni senza fatica eccessiva
Aspetti negativi Umorismo sovrabbondante e improvvisi cambi di tono possono rompere l’immersione, portando a una sensazione di dissonanza emotiva Il gioco può terminare in modo strano, dato che alcuni finali si chiudono quasi subito dopo l’ultima scelta, impedendo una riflessione emotiva profonda Ogni nuovo "new game" può risultare meno sorprendente, con un senso di déjà-vu che attenua il fascino iniziale Il gameplay platform non è il fulcro, ma errori come camera instabile, salto impreciso o controllo poco reattivo possono distrarre l’attenzione dal racconto L’equilibrio tra visual novel, avventura narrativa e RPG può sembrare disallineato; alcuni aspetti meccanici rimangono sottouso o poco integrati Mancanza di una mappa per orientarsi in stile Battle of The Olympus o i cari vecchi Metroid o Castlevania
Considerazioni finali
Che dire! Un titolo molto singolare che può essere visto sia come "una visual novel a platform" che come un "metroidvania in cui non combatti" (salvo qualche parte particolare), l'ideale per chi cerca avventure narrative che non siano però al contempo troppo frustranti

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