Sviluppato e pubblicato da Upscale Studio, Survival After War è un gioco di ruolo “idle” ossia dal funzionamento semi automatico incentrato su una storia di “perdita” e relativa “ricostruzione”. Un titolo votato essenzialmente al gameplay e che rievoca abbastanza palesemente la sua natura da mobile game sia per la struttura ludica in sé che per la ripetitività delle azioni che andremo a compiere. Noi abbiamo cercato di ricostruire e aiutare quante più persone possibile su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Survival After War ricostruire dalle ceneri
Survival After War ha una narrazione molto semplice e che funge da mero contesto narrativo nonché giustificazione alle attività ludiche che andremo a intraprendere. Noi vestiamo i panni di un anonimo taglialegna che, salutata la sua famiglia, si inoltra nella foresta per lavorare. Purtroppo, al nostro rientro in città, questa è totalmente devastata, arsa dal fuoco della guerra. Casa nostra, come quelle di molte altre, infatti, sono state vittime di un improvviso e devastante bombardamento.
Abbiamo perso tutto. Ma il nostro protagonista non demorde ma, anzi, decide di mettersi al servizio di tutta la città, dando vita a un’avventura lineare dove presteremo aiuto a tutti in modi differenti. Si va dalla liberazione di detriti alla ricostruzione di interi edifici, passando per il soccorso di persone rimaste bloccate alla raccolta di materiali utili come, appunto, la legna. Materiali che, neanche a dirlo, potremo ulteriormente lavorare in determinate strutture.

Non solo, alle attività manuali si sommeranno anche diversi “alleati” che aiuteranno a loro volta e in maniera del tutto autonoma. Questi non sono altro che i personaggi secondari che andremo ad aiutare man mano che avanzeremo nell’avventura. E come non citare il nostro fidato amico cagnolone? Purtroppo, però, nessuno dei personaggi, incluso il protagonista, è dotato di carisma e non è facile empatizzare con quanto avviene su schermo, lasciandoci quindi abbastanza apatici.
Certo, l’argomento trattato è di sicuro impatto, parliamo pur sempre di risollevarsi da un conflitto, ma l’assenza di una narrazione concreta si percepisce molto velocemente col potenziale rischio di abbandonare l’avventura prima del tempo. Ricordiamo, intanto, che Survival After War nasce come mobile game, pubblicato inizialmente nel 2024 e offerto come free to play. Si tratta quindi, come tanti altri “idle game” per mobile, di un titolo pensato principalmente per partite “mordi e fuggi” in cui non è necessaria una narrazione complessa.

Un normale RPG idle
Survival After War si auto-identifica come RPG idle e quindi come titolo semi-automatico dove, essenzialmente, ci viene richiesto di muovere il protagonista da un punto all’altro senza grosse problematiche. L’obiettivo, soprattutto nelle prime fasi di gioco, è quello di raccogliere materiali da poi investire in costruzioni di vario genere, tutto sempre chiaramente indicato su schermo. L’esplorazione stessa è limitata e si procede a fasi ed aree a loro volta identificate da un determinato “livello” di esperienza.
Banalmente, per progredire all’area successiva, bisogna portare il nostro personaggi al livello di esperienza richiesto e, per fare ciò, dobbiamo essenzialmente ricostruire o soddisfare determinate richieste. Il tutto in modo inizialmente lineare per poi avere, seppur sempre in modo contenuti, maggior respiro in termini anche di quantità di attività da svolgere. Nei nostri primi passi in Survival After War, infatti, utilizzeremo le nostre capacità di taglialegna raccogliendo l’unico materiale disponibile: la legna.

Ma inizieremo anche a liberare le case dalle macerie, raccogliendo ulteriori materiali e dando vita ai primi salvataggi e alle prime ricostruzioni. Come anticipato nel paragrafo successivo, salvare una persona equivale a farla aggiungere per un dato periodo al nostro “team” come aiutante temporaneo. Questa ci seguirà e agirà autonomamente per raccogliere determinati materiali agevolando un procedimento altrimenti ripetitivo e lungo.
La ripetitività in Survival After War è comunque presente, considerando anche il nostro intervento ludico abbastanza limitato. Basterà, infatti, avvicinarci a un elemento “d’interazione” per vedere il nostro eroe agire da solo. A noi non resta che aspettare il completamento dell’operazione e procedere al prossimo punto. Essenzialmente, nonostante alcune variazioni e una complicazione in termini di tipologie di materiali da raccogliere e alcune zone più complesse da esplorare, l’esperienza di gioco è tutta qui.
Come evidenziato più volte, si sposa bene ad attività mordi e fuggi in cui la modalità portatile dell’ibrida Nintendo è discretamente idonea mentre lunghe partite… possono svelare presto gli innegabili limiti di un titolo comunque abbastanza anonimo e dal livello di sfida blando e poco accattivante. Da segnalare che non ci sono combattimenti ma solo “costruzione e salvezza” con quindi come conseguenza ludica la semplice ricerca di materiali e relativo investimento.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Survival After War offre scenari minimal e discretamente anonimi con protagonista e personaggi privi di lineamenti, nonostante la possibilità di cambiare gli abiti del nostro falegname. Anche gli scenari risultano spogli, minimalisti e poco accattivanti, con un eccessivo riciclo di elementi che impoverisce l’identità stessa del titolo. Persino l’interfaccia è abbastanza anonima e povera.
Quello che risulta graficamente appagante, invece, è l’effetto pre e post costruzione, dando due scenari opposti e una speranza “post guerra” multicolore e quasi metaforico (seppur anche questo velocemente ripetitivo). Discorso analogo per il sonoro che offre tracce d’accompagnamento abbastanza piatte e ripetitive, prive di mordente e di cui finirai per non farci neanche caso. Da segnalare, invece, la gradita presenza dei sottotitoli in lingua italiana nonostante non ci sia poi molto da leggere.