Nel panorama dei roguelite, nel corso degli anni abbiamo avuto modo di sperimentare alcuni dei titoli più iconici, grazie a un genere che, col tempo, è riuscito a guadagnarsi sempre più attenzione. Basti pensare a giochi come Hollow Knight o ad altri che hanno saputo espandere i confini della formula iniziale, dando origine a sottogeneri come il roguelite stesso.
Ed è proprio all’interno di questo filone che si colloca Monster Run, un titolo forse passato un po’ in sordina, ma che, per certi versi, meriterebbe di essere riscoperto. Lo sviluppatore indie Interactive Fate, in collaborazione con Iceberg Interactive, torna a farsi notare con un titolo che non ha alcuna intenzione di seguire i canoni classici del fantasy tradizionale: Monster Run: Downfall of the Empire. Dopo una prima apparizione su Steam nell’agosto del 2024, il gioco arriva anche su Epic Games Store il 13 marzo 2025, senza particolari novità rispetto alla versione precedente, ma con la forza di una proposta creativa che non passa inosservata.

In questo caso, il giocatore veste i panni di una gigantesca creatura felina, assetata di vendetta e dotata di poteri elementali devastanti, pronta a distruggere l’impero umano responsabile della distruzione della sua foresta. Si tratta di un roguelite d’azione in single player che unisce dinamiche survival, mappe generate proceduralmente, e un sistema di combattimento esplosivo fatto di artigli, fulmini e piogge di lame. La vera domanda è: riuscirà Monster Run a conquistare i giocatori tanto quanto riesce a radere al suolo i villaggi umani?
Monster Run – un roguelite interessante
La componente narrativa è piuttosto minimale, ma tutto sommato sufficiente a dare un contesto all’azione: il protagonista è una creatura ancestrale, l’ultimo spirito rimasto a difendere la natura devastata dall’espansionismo selvaggio dell’Impero. A differenza del solito eroe positivo, qui ci viene chiesto di impersonare un antieroe spietato, guidato da un desiderio di giustizia e distruzione. Non ci sono veri colpi di scena o comprimari degni di nota, ma la narrazione riesce comunque a sostenere il tono crudo e diretto dell’esperienza.
Ogni missione in Monster Run diventa una sorta di simbolo della resistenza della natura contro l’arroganza e l’avidità dell’uomo. Una tematica che, per quanto trattata in maniera funzionale al gameplay, si lascia apprezzare e riesce ad amplificare il coinvolgimento nell’azione, permettendoci di calarci nei panni della bestia mostruosa con una certa immersione.
Il cuore del gioco è semplice, ma funziona maledettamente bene: controllare una creatura enorme, agile e spietata, con una gamma di attacchi elementali pronti a spazzare via tutto ciò che si trova sul suo cammino. Si parte con un set di mosse di base, ma col progredire del gioco è possibile sbloccare oltre 100 potenziamenti e più di 11 attacchi speciali, che vanno dai ruggiti in grado di seminare il panico a scariche elettriche e piogge di lame devastanti.
Le missioni in Monster Run, oltre 22 in totale, si sviluppano su una mappa dinamica che cambia a ogni partita, offrendo sfide sempre nuove all’interno di una struttura roguelite ben bilanciata. Non manca la classica modalità con morte permanente, che trasforma ogni scelta in un rischio calcolato. Gli scontri diventano particolarmente intensi soprattutto quando ci si ritrova a fronteggiare un numero elevato di nemici – ben 72 tipologie diverse – tra fanteria, arcieri, maghi, miniboss e tanto altro.

Un dettaglio particolarmente apprezzabile in Monster Run è la gestione del morale degli avversari: quando gli umani assistono al massacro dei propri compagni, si lasciano prendere dal panico, cominciando a fuggire o commettendo errori tattici. Questa componente dà una profondità inaspettata al combattimento, che altrimenti si baserebbe esclusivamente sulla forza bruta. La creatura, inoltre, può contare su abilità speciali come morsi, attacchi a distanza o fiammate, utilizzabili dopo un breve tempo di ricarica. Alcune di queste abilità possono essere migliorate o sostituite con nuove opzioni più potenti, ottenibili eliminando numerosi nemici e raccogliendo risorse.
Monster Run, però, non è affatto semplice: i nemici non si lasciano abbattere facilmente e spesso sanno dare del filo da torcere. La gestione di salute, resistenza e mana – quest’ultimo recuperabile tramite sfere lasciate dai nemici – richiede attenzione costante. Quando si muore, si ricomincia dall’inizio e si perde una delle vite a disposizione, rallentando notevolmente la progressione. Il livello di difficoltà, soprattutto nei primi tentativi, è piuttosto alto, anche se alcune abilità risultano forse leggermente sbilanciate, senza però compromettere l’esperienza. In generale, l’azione rimane appagante e ricca di momenti adrenalinici.
Grafica e Sonoro
Sul piano visivo, Monster Run sceglie uno stile colorato e dettagliato che punta tutto sul caos, piuttosto che su una rappresentazione realistica. Il design del protagonista è ispirato e trasmette una sensazione di potenza e rabbia primordiale ad ogni animazione, anche se, ovviamente, non bisogna aspettarsi un livello di animazione particolarmente sofisticato, considerando il tipo di produzione. Gli ambienti sono completamente distruttibili: castelli, case, torri, mulini… tutto può essere raso al suolo. L’effetto visivo è forte e restituisce un’ottima sensazione di impatto.

Dal punto di vista artistico, Monster Run sorprende: la direzione visiva riesce a essere piacevole e originale, tanto da rendere l’intera esperienza visivamente appagante. L’interfaccia utente, però, appare un po’ troppo ingombrante e confusa, con elementi a schermo che spesso distraggono e non aiutano particolarmente la leggibilità.
Anche se la varietà di ambientazioni non è particolarmente ampia, ogni zona riesce comunque a svolgere bene il proprio ruolo, anche grazie alla generazione procedurale che garantisce una certa freschezza a ogni partita. Ottimo il comparto audio, con effetti ben realizzati: dai ruggiti della creatura ai suoni delle strutture che crollano, fino alle urla degli umani in fuga, tutto contribuisce a costruire un’atmosfera cupa, carica di tensione e coinvolgente.