Ci sono personaggi nei videogiochi che restano impressi nella mente e nel cuore. Non per la loro forza o per chissà quali poteri magici, ma per qualcosa di più sottile. Solaire di Astora è uno di questi: un cavaliere con la fissazione per il sole che, dopo tutti questi anni, continua a far sorridere i giocatori di Dark Souls in tutto il mondo.
La prima volta che l’ho incontrato su quel balcone, stavo odiando Lordran con tutto me stesso. Ogni nemico sembrava progettato per farmi buttare il controller, ogni angolo nascondeva una nuova forma di sofferenza videoludica. E poi eccolo lì: questo tipo che rideva come se fosse in vacanza alle Maldive, con quel suo “Praise the Sun!” che suonava completamente fuori posto in mezzo a tanta disperazione. Eppure funzionava. In qualche modo, quella sua assurda positività bucava lo schermo.
La storia di Solaire tocca corde profonde: la ricerca di un senso quando tutto sembra perduto, l’importanza di non mollare mai. Non è solo un NPC ben scritto, è diventato un simbolo, un meme, un’icona che va ben oltre Dark Souls.
Proviamo a capire insieme cosa rende questo personaggio così speciale e perché, dopo tutti questi anni, continua a essere il preferito di tanti di noi.

Chi è Solaire di Astora: un cavaliere in cerca del suo sole
Solaire di Astora è molto più di un semplice personaggio: rappresenta qualcosa di profondo. La sua ossessione per trovare il “proprio sole” può sembrare strana a prima vista, ma in realtà tocca corde universali. Che si tratti della ricerca di un senso nella vita o di una vera e propria fissazione per qualcosa di irraggiungibile.
La sua armatura con il sole dipinto sopra lo rende impossibile da dimenticare. Quando lo incontri per la prima volta, quello che colpisce è il contrasto stridente: mentre tutta Lordran gronda disperazione da ogni pietra, lui irradia una gioia quasi contagiosa. È come incontrare qualcuno che sorride durante un temporale.
Nessuno sa davvero da dove venga Solaire, e questo mistero fa parte del suo fascino. Astora viene nominata spesso nel gioco, ma non la vediamo mai, sappiamo solo che sforna cavalieri. Quello che spinge Solaire fino a Lordran non è la sete di gloria o di ricchezze, ma questa sua ricerca personale, quasi spirituale. È un pellegrino armato che combatte spinto da una convinzione che sembra indistruttibile.
Ed è proprio questo che lo rende così speciale: in un mondo dove tutto va a pezzi, lui mantiene intatta la sua fede. È un idealista catapultato in un incubo, e questo scontro tra le sue aspettative e la brutale realtà che lo circonda crea una tensione narrativa incredibile.
L’Impatto di Solaire sul giocatore e sulla comunity
È difficile spiegare cosa renda questo eroe così speciale. Non è il classico NPC che ti dà una missione e sparisce. Quando ti ritrovi a vagare per Lordran e tutto sembra volerti vedere morto, eccolo lì: con il suo ottimismo inspiegabile e quel gesto iconico che ormai conosciamo tutti. È come avere un amico che ti dice “Andrà tutto bene” mentre il mondo brucia intorno a te.
Mentre tutti gli altri personaggi sono cinici, corrotti o semplicemente spenti, lui continua a credere nel suo “sole personale”. Potrebbe sembrare ingenuo, ma non è così. Ha deciso di mantenere la speranza nonostante tutto, e questa determinazione è contagiosa. Quando lo vedi fare “Praise the Sun!” non puoi fare a meno di sorridere, anche se cinque minuti prima stavi imprecando combattendo un boss impossibile.
Il fenomeno Solaire è andato ben oltre Dark Souls. È diventato un meme universale, riconosciuto anche da chi non ha mai toccato un controller. Il suo gesto si vede ovunque: sui social, nelle convention e perfino tatuato addosso alla gente. È la dimostrazione che un personaggio ben fatto può diventare parte della cultura.

Più di un personaggio
Il bello di Solaire è che puoi leggerlo come vuoi. Quella sua ossessione per il sole? Può essere qualsiasi cosa: la ricerca di un lavoro che ti appaghi, la lotta contro i momenti bui, il tentativo di capire chi sei veramente. In mezzo a tutto il pessimismo di Dark Souls, lui è quella vocina fastidiosa che ti dice “Dai che ce la fai”.
E infatti ha funzionato così bene che ormai è diventato più grande del gioco stesso. Lo trovi citato ovunque, altri sviluppatori creano personaggi che gli assomigliano, i meme su di lui non invecchiano mai. È riuscito a fare quello che pochi personaggi secondari riescono: eclissare completamente il protagonista.
La cosa divertente è che probabilmente il suo sole non l’ha mai trovato sul serio. Ma ha fatto qualcosa di meglio: ha acceso una scintilla in milioni di persone che ancora oggi lo ricordano con affetto.
Quando ho una giornata no, a volte mi viene in mente quel gesto ridicolo e ottimista. Non so perché, ma funziona. Forse perché ci ricorda una cosa semplice: anche quando tutto va storto, vale sempre la pena continuare a guardare in alto in cerca del proprio sole.
Praise the Sun!