Sviluppato da Red Nexus Games e pubblicato da IndieArk e BlitWorks Games, Peglin è un roguelike 2D in stile pachinko originariamente pubblicato su PC nel 2022 e successivamente, nel 2023, su dispositivi mobile. Siamo ora arrivati alla trasposizione su console e nello specifico per Nintendo Switch. Noi abbiamo affrontato questa buffa avventura e siamo pronti a condividere il nostro parere con una nuova recensione!
Peglin all’avventura!
Peglin cerca di donare un’esperienza singolare fondendo alcune meccaniche e chiudendosi a riccio su di esse. Questo significa che tutto il resto, narrazione inclusa, viene scarsamente tenuta in considerazione venendo relegata a semplice contorno. Sappiamo che impersoniamo un Peglin e che il nostro scopo è quello di recuperare quanto ci è stato rubato dai draghi, andando ad affrontare diverse tipologie di nemici tutti abbastanza prevedibili.
Il bestiario, infatti, complice uno stile pixel in 2D molto, in parte troppo, minimalista, è praticamente di quelli più abusati con poche eccezioni che non riescono comunque a brillare. Così come non brillano gli ambienti né gli eventi randomici che fungono da riempitivo nel corso delle nostre diverse run considerando che la struttura di base, quella ludica, non cambia. E visto che abbiamo appurato l’essenziale assenza di intreccio narrativo, è bene scoprire subito come si gioca a Peglin!

Un Pachinko roguelike
Peglin è sintetizzabile come pachinko roguelike in 2D o anche come fusione di Peggle e Slay the Spire. Essenzialmente, su schermo ci sono due situazioni, la prima è quella col nostro Peglin che si ritrova a fronteggiare una serie di nemici, la seconda, più ampia, è una sorta di pachinko sotterraneo che è poi il nostro “campo di gioco”. Ogni area di gioco ci richiede di sconfiggere i nemici prima che essi sconfiggano noi. Per farlo, dovremo interagire con la struttura a pachinko e lanciare, letteralmente, la nostra sfera.
Per lanciarla, non dovremo far altro che spostare il cursore di previsione del lancio e restare poi in attesa del risultato, osservando la piccola sfera rimbalzare da una parte all’altra dell’area a seconda degli ostacoli presenti. Inutile dire che, di livello in livello, le strutture dei pachinko muteranno radicalmente, inserendo elementi distruttibili, bombe esplosive, bonus temporanei, sfere mobili e tanto altro. Il tutto per dar vita a una variabilità randomica tipica dei roguelike.

Il problema è che la nostra interattività ludica è abbastanza ridotta all’osso. Una volta lanciata la sfera questa agirà da sola, affidandosi essenzialmente alla sorte. Anche perché, seppur con la possibilità di modificare la traiettoria di lancio, spesso lo spazio direzionale sarà estremamente ridotto. Eppure, nonostante una formula ludica ripetitiva e fondata sul caso, Peglin riesce comunque a dare una sorta di effetto assuefacente in modo similare a quanto visto con la slot machine di Luck be a Landlord (di cui puoi recuperare la nostra recensione).
Anche in Peglin, infatti, c’è un ulteriore elemento alla roguelike individuabile nelle reliquie. Queste vanno selezionate e spesso a un bonus contrappongono un malus di vario genere. Possono andare a intaccare la potenza e/o tipologia delle sfere ma anche la composizione stessa del pachinko o anche il conflitto in corso del nostro Peglin. Questo perché, a ogni lancio di sfera, corrisponde un attacco effettuato dal nostro piccolo eroe. Attacco la cui potenza è influenzata dal nostro risultato di gioco.
Oltre alle reliquie, si possono anche potenziare le sfere (ce ne sono di diverse tipologie) da lanciare mutandone poteri ed effetti. Infine, come ogni roguelike che si rispetti, richiederà diverse run per svelare tutto se stesso e ogni bonus verrà praticamente azzerrato in caso di game over o di partita completata, incitandoti a ricominciare l’avventura, ancora e ancora, alla ricerca della build perfetta.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Peglin è molto minimal e semplice, la pixel art usata è solida, efficace ma anche abbastanza anonima. Buone le composizioni dei vari pachinko mentre i nemici da affrontare, seppur ben animati, non brillano per originalità e varietà. Anche le reliquie, seppur numerose, non spiccano per estetica mentre la composizione di alcune aree con tanto di interfaccia a schermo, risultano accattivanti seppur leggermente meno pratica in modalità portatile.
Il sonoro soffre di alti e bassi con diversi momenti silenziosi che rischiano di appesantire l’esperienza e/o di renderla ancora più anonima. Buoni gli effetti sonori così come è sempre gradita la presenza della lingua italiana (solo sottotitoli) seppur la mole di testo sia abbastanza contenuta. Infine, Peglin si difende abbastanza bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo, sposandosi particolarmente bene con la modalità portatile nonostante la restrizione dell’interfaccia e l’ampia mole di contenuti a schermo contemporaneamente.