Sviluppato e pubblicato da DON’T NOD, Lost Records: Bloom & Rage è un’avventura narrativa in terza e in prima persona che riprende molto in termini di tematiche e di gameplay dal primo Life is Strange. Tra i tanti elementi recuperati, c’è la struttura a episodi distribuiti in tempi differenti. Nel caso specifico, Lost Records: Bloom & Rage è stato diviso in sole due parti e quella che andiamo a recensire oggi, sempre su PlayStation 5, è la seconda e ultima parte. Pronto a scoprire insieme il destino di Swann e delle sue amiche?
Lost Records: Bloom & Rage si cambia registro
Prima di procedere con l’analisi della narrazione della seconda parte di Lost Records: Bloom & Rage è bene indicare che tale parte è un sequel della nostra prima recensione che consigliamo calorosamente di recuperare prima di procedere alla lettura. Inoltre, sarà nostra cura evitare qualsivoglia spoiler ma, è scontato dirlo, consigliamo a chi non ha giocato alla parte uno, di evitare di proseguire.
Lost Records: Bloom & Rage parte due è ovviamente un sequel diretto della parte uno e segue la stessa divisione passato-presente facendo però maggior attenzione narrativa proprio sulla parte del presente ossia dove le protagoniste delle vicende sono adulte, mature e pronte ad affrontare il passato, le promesse fatte e le inevitabili conseguenze delle loro azioni in quell’assurda estate di diversi anni fa. Una vicenda che trova il suo fulcro nel misterioso pacco destinato proprio alle Bloom & Rage, quell’atipica e rumorosa band che aveva fatto il suo primo spettacolo proprio a conclusione dell’atto uno.

Ebbene, la scrittura di Lost Records: Bloom & Rage subisce un cambiamento di registro notevole e logico, mutando in ottica decisamente più matura, cupa e anche dolorosa. Le vicende, d’altronde, si aprono con tematiche molto più forti rispetto alla prima parte e dove ci viene chiesto di vivere dei primi capitoli con una luce decisamente più pesante e meno spensierata. I problemi sono d’altronde cambiati, il bullismo, ad esempio, comunque presente, cede il passo alla “perdita” e al dolore lancinante. Al vuoto. Ai rimorsi.
C’è una carrellata di sofferenza e di modi diversi di affrontarla che danno ulteriore approfondimento e spingono ogni personaggio ad evolversi in modo in parte inedito ma pur sempre coerente, facendoci svelare tratti nuovi delle loro personalità e aiutandoci a collegare i tasselli del puzzle che li porta poi a combaciare con la loro nuove versione “adulta”. E se le protagoniste sorprendono per la propria evoluzione, l’elemento “magico/misterioso” subisce una stravagante evoluzione solo in apparenza negativa.

Chi ha vissuto Lost Records: Bloom & Rage parte uno avrà sicuramente notato lo spazio preso da questa fonte misteriosa ricollocabile nell’Abisso con tanto di un intero passaggio estremamente surreale e decisamente ansiogeno. Ecco, nella parte due l’elemento surreale è ancora più di sfondo e sembra quasi essere stato dimenticato con fugaci e poco soddisfacenti richiami. Eppure, proprio tale elemento andrà a irrompere con prepotenza improvvisa in uno dei passaggi più sconvolgenti dell’intera vicenda.
L’Abisso, quindi, si riconferma un elemento sapientemente dosato, è il più identitario dell’intera storia e allo stesso tempo il più potente, forse anche grazie alla sua non costante presenza su schermo. Per quanto riguarda le macro trame, queste trovano apparente conclusione in questa seconda parte con un finale che, a noi ha soddisfatto ma la cui natura potrà far storcere il naso a chi si aspettava una netta chiusura del cerchio. E qui ci fermiamo.

Posa la telecamera
Lost Records: Bloom & Rage è un’avventura narrativa in terza persona 3D dove la storia la fa da padrona e il gameplay interattivo vero e proprio è limitato a zone contenute e praticamente riprese di peso dalla parte uno. Di inedito c’è molto poco tra cui una sezione con un gameplay stealth abbastanza rudimentale ma che prova, nel suo piccolo, a dare varietà a un titolo che va a perdere parte della sua potenza “identitaria”.
Il motivo è la telecamera e il suo minor utilizzo (almeno nella nostra personale esperienza). Come avrai potuto leggere nella parte uno della nostra recensione, la telecamera di Swann ha molteplici funzioni e in Lost Records: Bloom & Rage serve tanto per progredire in alcune sezioni filmando determinati eventi o oggetti/persone/animali, tanto per localizzare i numerosi collezionabili, suddivisi in determinate categorie. Questi ultimi, nella seconda parte, sono decisamente di meno.

Come ci è sembrata di meno la longevità complessiva di questa parte, complice anche un ritmo decisamente più serrato e scorrevole dove i protagonisti erano i dialoghi e le nostre decisioni con tanto di conseguenze non sempre facilmente prevedibili. E tali decisioni vanno poi a intaccare con ferocia i nostri legami con le altre comprimarie, tra amore e odio e amicizia, tutto nella parte due trova una sua conclusione netta tanto nel passato quanto, soprattutto, nel futuro dove un minimo errore può portare a stravolgere l’intero svolgimento finale.
Il livello di scrittura si conferma quindi di alto livello così come la struttura ludica legata alle scelte. D’altro canto, l’aspetto ludico, che qui prova un maggior sviluppo in situazioni vagamente “inedite” come la già citata fase stealth, permane funzionale al racconto stesso e discretamente limitata oltre che rinchiusa in luoghi già conosciuti che confermano quanto al titolo non serviva necessariamente di essere spaccato in due e, anzi, in un solo lotto poteva offrire un’unica esperienza decisamente più coinvolgente e immediata.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Lost Records: Bloom & Rage parte due è lo stesso gioco della parte uno con nessun miglioramento di sorta e con gran parte degli elementi che vengono recuperati (location soprattutto). La cura al dettaglio rimane di altissimo livello mentre la sincronia tra volti e parlato non sempre combacia soprattutto nelle fasi dove “cantano”. Ecco, qui le animazioni e quanto viene ascoltato non risultano affatto armoniosi. In compenso, però, tale disarmonia svanisce dinanzi all’eccellente scelta sonora effettuata dal team.
La colonna sonora di Lost Records: Bloom & Rage parte due si conferma di ottima fattura, coerente e potente, tanto nello svolgimento principale quanto nelle fasi opzionali come le immancabili sedute a osservare il panorama che ci circonda. Confermato di buon livello anche il doppiaggio in inglese mentre il titolo presenta nuovamente dei sottotitoli in lingua italiana.