Sviluppato da Halberd Studios e pubblicato da Freedom Games in sinergia con Jandu Soft, 9 Years of Shadows è un metroidvania a scorrimento orizzontale discretamente classico e dal livello di difficoltà modesto, dimostrandosi più accessibile di quanto possa sembrare. Noi abbiamo indossato i panni di Europa su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto a vivere un’emozionante epopea fantasy?
9 Years of Shadows e una nuova missione per salvare il mondo e i suoi colori
9 Years of Shadows narra le vicende di Europa, una misteriosa eroina che ha perso tutto, letteralmente ogni cosa, votando quindi la sua stessa esistenza a un’unica cosa: salvare il mondo. Il creato, infatti, è vittima di una maledizione che, come un virus, sta divorando ogni cosa ammantandole di un ben poco vivace alone oscuro. In poche parole: i colori stanno svanendo. Non sorprende quindi che le prime, e brevissime, battute di gioco siano interamente in bianco e nero, mettendoci nei panni di Europa e la sua furia.
Nonostante la sua eleganza e le sue abilità fisiche, la nostra eroina si ritrova a fallire contro un poderoso demone, mandando velocemente all’aria tutti i suoi piani. Sconfitta ma non arresa, Europa si rialza, ritrovando forza e colore in un bizzarro alleato: un orsacchiotto volante ed evanescente di nome Apino. Col tempo scopriremo ulteriori dettagli su tale entità così come sugli altri personaggi che popolano il cast, abbastanza contenuto, di 9 Years of Shadows.
La narrazione segue fedelmente l’andamento classico del genere con poche intromissioni notevoli e lasciando il gameplay il ruolo di elemento centrale. Sì, non mancano le riflessioni della protagonista, soprattutto quando si ritrova a utilizzare un particolare “ascensore”, ma non siamo dinanzi a qualcosa di realmente memorabile o efficace, nonostante alcune rivelazioni discretamente gradevoli. Da segnalare la presenza di missioni opzionali che aiutano ad approfondire la conoscenza dei personaggi “accessori”, ossia di coloro che sono delegati a funzioni specifiche come migliorare l’equipaggiamento o le statistiche base della protagonista.

Un metroidvania poco metroidvania
9 Years of Shadows si presenta come un metroidvania in pixel art 2D di stampo classico ma, a conti fatti, sarebbe meglio viverlo come un action-platform standard. Il motivo di tale specifica è legato essenzialmente a diversi fattori tra cui la longevità, moderatamente bassa (bastano 7-8 ore per completarlo al 100%) sia alla mancata sensazione di “libertà” esplorativa a cui manca anche il backtracking legato a uno sviluppo delle abilità del personaggio, se non per poche eccezioni.
Queste eccezioni sono ancorate a uno dei sistemi più accattivanti di 9 Years of Shadows ossia le armature elementari. Queste, palesemente ispirate ai Cavalieri dello Zodiaco ma con un processo di “trasformazione” che rievoca con prepotenza Sailor Moon, sono dotate di un effetto nostalgico notevole ma anche di un impatto ludico efficace e variegato. Banalmente, l’armatura dell’acqua ti permetterà di sfruttare determinati percorsi verticali scoprendo zone altrimenti inaccessibili.
Ecco, quanto appena detto sono piccole parentesi su cui 9 Years of Shadows per autodefinirsi metroidvania ma manca l’avventura di ampio respiro a cui si somma un’esplorazione prevalentemente lineare e livello di difficoltà particolarmente tarato verso il basso, soprattutto se si impara ad abusare dei particolari poteri di Apino. Il simpatico orsacchiotto fluttuante, infatti, è possessore di alcune meccaniche magiche interessanti che andranno ad ampliarsi nel tempo, come dei proiettili in grado di uccidere determinati nemici o eliminare ostacoli e/o attivare meccanismi, ma è anche la nostra fonte principale di guarigione.

Europa è dotata di una barra dello scudo, tra l’altro ulteriormente potenziabile, che protegge la nostra energia vitale (potenziabile anche questa). Lo scudo diminuisce se subiamo colpi o se utilizziamo i poteri di fuoco di Apino ma, viceversa, può essere ricaricato se decidiamo di abbracciare Apino stesso. Tale mossa possiamo eseguirla una volta che gli scudi si esauriscono e non richiede alcun tipo di costo. L’unica cosa, è attendere un’animazione leggermente lenta a cui seguirà la ricarica automatica dello scudo ma durante la quale saremo vulnerabili..
Viene da sé, che se si riesce a incastrare la cura di Apino a buone combo offensive, si può diventare potenzialmente immortali. Questo abbassa il livello di difficoltà di 9 Years of Shadows ma, allo stesso tempo, rende il titolo decisamente più accessibile e gradevole ai neofiti o a chi cerca una sfida più morbida ma ugualmente intrigante e accattivante. Infatti, non mancheranno boss fight dotati di attacchi devastanti e in cui sarà difficile trovare la giusta finestra per utilizzare l’abbraccio di Apino.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, 9 Years of Shadows si difende molto bene grazie a una pixel art molto curata e ben animata. Alcuni scenari, tutti discretamente vari tra loro, offrono una cura al dettaglio notevole e affascinante. A ciò si sommano effetti grafici di combattimenti e magia ben implementati e discretamente scenici. Anche il bestiario risulta accattivante seppur abbastanza limitato in numero e varietà. Buona la resa grafica delle armature, furbamente nostalgiche a cui si somma una resa estetica della protagonista elegante ed efficace. Molto buona anche la resa grafica dell’interfaccia di gioco, intuitiva, elegante ed esteticamente vivace.
Il sonoro è uno dei punti più forti dell’opera, grazie a tracce molto orecchiabili e discretamente varie, mai ridondanti o fortemente anonime. C’è ritmo e c’è varietà e non sorprende, considerando che nel cast dei personaggi non giocanti di 9 Years of Shadows fanno parte gli stessi “musicisti”. Da segnalare, infine, la totale assenza della lingua italiana, un peccato che comunque non danneggia molto la comprensione dell’avventura, visto che il testo da leggere è abbastanza scarso e semplice.