7 giochi con lo zampino di Akira Toriyama

Il nostro omaggio al personaggio che ha messo d'accordo tutti

Marco Consiglio Commenta! 11

Se frequenti anche un minimo i social network (che questo sia Facebook, Instagram, TikTok o qualsiasi altro) avrai sicuramente sentito della dipartita di Akira Toriyama ovvero il papà di Dragon Ball, ma non solo. Come ben saprai Akira Toriyama non è stato solo Dragon Ball, ma anche altre opere chiamiamole volgarmente minori (ma che minori assolutamente non erano), come ad esempio Dr. Slump & Arale. Oltre a questo, la sua figura non ha sdegnato, nella sua decennale carriera, di fare una capatina nel mondo che tanto amiamo avvero quello videoludico. Quindi eccoti 7 videogiochi (anche se alla fine saranno più collane di videogiochi) in cui si vede lo zampino di Akira Toriyama, per omaggiarlo alla nostra maniera.

I titoli dedicati a Dragon Ball

Togliamoci subito il dente, visto che questo è più che ovvio. Se nomini Akira Toriyama è ovvio pensare a Goku, Vegeta, Gohan e via discorrendo.

I titoli dedicati a questa saga sono davvero tantissimi e sarebbe impossibile elencarli tutti (forse un giorno faremo una serie di articoli, ma per adesso ci siamo fermati ai migliori e ai peggiori) perché questi partono dal glorioso Nintendo NES nel 1986 con Dragon Ball: Shenlong no nazo (in occidente conosciuto come Dragon Power, al posto di Goku controlleremo una scimmia, tuttavia i riferimenti saranno davvero parecchi) e arrivano fino a i giorni nostri con l’ultimo in ordine di uscita ovvero Dragon Ball Z: Kakarot (senza contare il non ancora uscito Dragon Ball: Sparkling Zero che promette di essere il successore di quel Budokai Tenkaichi 3 che tutti abbiamo amato).

Proprio su quest’ultimo mi voglio concentrare, visto che nonostante la sua ripetitività in alcune parti, riuscire a rivivere tutta la saga di Z, ma sotto forma di Action RPG è una goduria davvero assoluta. Ogni parte dell’anime è stata ripresa con una fedeltà certosina, musiche comprese e mani alzate al cielo quando Goku lancia la sfera Genkidama.

Tutta la saga di Dragon Quest

La saga di Dragon Quest nasce dalla mente di Yuji Horii nel 1986 sotto etichetta Enix, per anni acerrima rivale di Square (poi hanno fatto la fusione, anzi FU-SIO-NEEE. Se non puoi tenere testa ai nemici, fatteli amici). Ma cosa rende Dragon Quest così speciale? Beh il tutto è un mix di elementi che ha fatto innamorare i giocatori che si sono cimentati in uno dei suoi 11 capitoli (spin off esclusi).

In ogni gioco, si esplora un mondo vasto, ricco di creature, città e segreti ed è come immergersi in una fiaba interattiva. Akira Toriyama con il suo inconfondibile stile ha donato al mondo di Dragon Quest un cast di personaggi indimenticabili come ad esempio gli Slime, ovvero quei simpatici globi blu con faccine sorridenti, i quali sono diventati l’emblema del titolo stesso.

L’arte di Toriyama è senza tempo visto che i suoi disegni sono semplici ma efficaci e ogni personaggio sembra saltare fuori da una tavola di un libro di fiabe. Le storie di Dragon Quest sono piene di eroismo, amicizia, misteri, magia e ogni capitolo è un viaggio epico che coinvolge il giocatore emotivamente.

Chrono Trigger

Se da una parte Enix partoriva Dragon Quest, dall’altra Square portava avanti la sua idea di JRPG con Final Fantasy, ma non solo. Per alcuni il punto più alto degli JRPG su Super Nintendo si ha con Chrono Trigger, questo perché il titolo è stato creato dal dream team composto da Hironobu Sakaguchi (il papà di Final Fantasy), Yuji Hori (sviluppatore indipendente, ma mente dietro a Dragon Quest) e, ovviamente, Akira Toriyama che si occuperà del character design dei personaggi.

Crono, Lucca, Marle, Robo, Frog, Ayla e Magus ovvero il cast principale del titolo riescono, soprattutto grazie alla penna di Toriyama, a creare il gruppo di personaggi perfetto e ad avere una caratterizzazione eccezionale. Prova che qui il papà di Dragon Ball era all’apice della sua carriera ed è riuscito a regalarci altri personaggi indimenticabili che resteranno scolpiti nella mente di ogni gamer che ha avuto il privilegio di cimentarsi in Chrono Trigger.

Blue Dragon

È il turno di Blue Dragon ovvero uno degli RPG più sottovalutati di sempre, complice anche la piattaforma di uscita ovvero Xbox 360. Il problema della console di Microsoft era il fatto di essere la console preferita da chi amava generi più sparacchini e meno riflessivi, ma questo non significa che non abbia ospitato grandi titoli, ma soprattutto eccellenti giochi di ruolo. Blue Dragon è un JRPG a turni alla vecchia maniera, con un’ottima componente esplorativa open world.

Il titolo segue le vicende di 5 amici ovvero Shu, Jiro, Kluke, Zola e Marumaro, i quali dovranno sconfiggere il governatore del Gran Regno ovvero Nene. Anche qui si ha un dream team, visto che oltre ad Akira Toriyama, ritroviamo Hironobu Sakaguchi, al suo primo lavoro al di fuori di Square Enix e le musiche sono composte da un’altra nostra vecchia conoscenza ovvero Nobuo Uematsu compositore storico della saga di Final Fantasy.

Tobal

Continuiamo con una saga anche questa poco conosciuta, ma che ha avuto la fortuna di essere stata curata dal papà di Goku. Della saga di Tobal al giorno d’oggi si sa poco, probabilmente perché questa, con i suoi due capitoli, è stata sempre relegata sulla prima gloriosa PlayStation, tuttavia, per molti, i due titoli del franchise non avevano nulla da invidiare ai più blasonati Tekken o Virtua Fighter.

Entrambi i Tobal erano picchiaduro ad incontri in 3D, eseguiti a una velocità di frame molto fluida per il tempo e a questo possiamo aggiungere un gameplay ben bilanciato, il quale la rendeva un’esperienza godibile sia al neofita che al veterano dei picchiaduro. Akira Toriyama ha messo la sua esperienza per il design di entrambi i giochi, assicurandosi che il rooster dei personaggi fosse altrettanto divertente da guardare quanto da giocare.

Jump Force

Potevano essere tutti titoli godibili? Beh no, parliamo anche del passo falso fatto con Jump Force. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un titolo uscito qualche anno fa su PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch e PC, il quale sulla carta poteva essere il picchiaduro definitivo per tutti gli amanti di manga e anime.

Prendi ogni personaggio proveniente dalla rivista giapponese Shonen Jump, quindi Dragon Ball, One Piece, JoJo Bizarre Adventure, Naruto e via dicendo e mettili tutti a menarsi nelle stesse arene. Peccato che le animazioni fossero abbastanza legnosette, il gameplay non proprio allo stato dell’arte e i caricamenti erano interminabili. La mano di Toriyama in Jump Force viene messa per i personaggi provenienti dall’universo di Dragon Ball ovvero Goku, Vegeta, Trunks, Freezer, Piccolo, Cell e Majin Bu.

Sand Land

Chiudiamo (o forse no) con un titolo che ancora dobbiamo giocare ovvero Sand Land. Previsto per l’uscita il 24 aprile 2024, si tratta della trasposizione di uno dei manga di Akira Toriyama che in pochi conoscono. Uscito nel 2000, Sand Land è un manga che ti catapulta in un mondo post apocalittico in cui scarseggia l’acqua. Con questa premessa aspettati vaste dune di sabbia e veicoli in stile punk (praticamente Mad Max nel mondo di Dragon Ball per dirlo in due parole). Il gioco promette di essere una fedele trasposizione di uno dei progetti più interessanti e poco conosciuti del compianto mangaka.

Bonus – Pang!

Ok, è vero che avevo detto ad inizio articolo solo 7, ma citiamo pure questo perché il tocco del maestro è davvero minimo e si nota solo in alcuni punti. Pang! è un action puzzle game, che probabilmente ricordi se hai più di trent’anni. L’obbiettivo era quello di far scoppiare delle bolle con una pistola che poteva sparare solo dal basso verso l’alto. Se riuscivi a pulire tutto lo stage, la posa di vittoria del personaggio che controllavamo aveva uno stile di disegno parecchio familiare.

Arrivederci maestro Akira Toriyama

Ammetto di aver scritto questo articolo con il groppo in gola, uno di quegli articoli che sì omaggiano una grande figura, ma che non vorresti fare mai, perché diciamocela tutta, Akira Toriyama è uno di quei personaggi che, grazie alle sue opere (Dragon Ball in primis), riesce a mettere d’accordo tutti. Non è importante che tu sia nato negli anni ’80/’90 e aspettassi l’ora di pranzo per poter vedere quando Goku sarebbe diventato Super Saiyan oppure che tu abbia iniziato ad amare questa saga con la serie Super; Akira ci ha messo tutti d’accordo senza sé e senza, ma.

Quindi che le devo dire maestro, grazie di tutto e spero per lei che il serpentone che la porterà a fare compagnia a Re Kaio non sia così duro come lei ce l’ha descritto. Nel caso noi, qui sotto siamo già pronti con le mani alzate a donarle tutta la nostra energia come abbiamo fatto innumerevoli volte con Goku e la sua Sfera Genkidama, basta solo chiedere e noi risponderemo volentieri all’appello. Arrivederci da un suo umile seguace che continuerà a seguire le sue opere come fossero una religione.

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